vòglia

Indice

sf. [sec. XIII; da voglio, 1a pers. ind. pr. di volere].

1) Non comune, volontà. Più frequente, disposizione, attitudine psicologica a fare qualche cosa: lavorare di buona, di cattiva voglia; studiare contro voglia, malvolentieri; per estens.: essere di buona voglia, di buon umore.

2) Desiderio dettato da stimoli naturali più o meno indipendenti dalla volontà: voglia di mangiare, di dormire; “il cicognin che leva l'ala / per voglia di volare” (Dante); in loc. estens.: morire dalla voglia di qualche cosa, averne un fortissimo desiderio; levarsi una voglia, soddisfare pienamente un desiderio. In particolare, desiderio sessuale: piegare alle proprie voglie. Talora spregiativo, impulso irrazionale e momentaneo, capriccio: ragazzo pieno di voglie; “colpa e vergogna delle umane voglie” (Dante).

3) Popolare, desiderio improvviso e per lo più ripetuto di cibi o bevande, tipico delle gestanti; per estens., nome corrente con cui sono designati i nei a forma di macchia più o meno estesa di colore variabile dal rosa (voglia di fragola) al rosso più o meno scuro (voglia di vino ecc.) al bruno intenso (voglia di caffè ecc.) fino al nero.

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