vegetazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino tardo vegetatío-ōnis].

1) Il vegetare, il processo per cui nascono e si sviluppano gli organismi vegetali: i concimi favoriscono la vegetazione.

2) Il complesso delle piante di diverse specie, insieme conviventi, con riferimento a tutti i rapporti che intercorrono fra di esse (concorrenza, mutualismo, parassitismo, epifitismo, saprofitismo, micorrizia).

3) In medicina, formazione di natura patologica sporgente e ramificata: vegetazione adenoidea.

Geobotanica

La distribuzione dei diversi tipi di vegetazione sulla Terra è studiata dalla fitogeografia o geobotanica: il primo aspetto distintivo è quello fisionomico, per cui si può, per esempio, differenziare un bosco da un prato. La vegetazione forestale ha la struttura più complessa, mentre all'altro estremo sta il deserto, con vegetazione effimera o estremamente rada. Fra le foreste delle regioni fredde-temperate e i deserti si hanno formazioni erbacee di vario tipo secondo il clima (pampa, prateria, steppa); fra le steppe e le foreste tropicali sono interposte le savane, mentre nelle regioni più fredde si estendono le tundre. Da ciò si deduce che la distribuzione della vegetazione sulla Terra è regolata soprattutto dall'acqua e dal calore che sono i fattori più importanti del clima: nei riguardi del calore le piante si possono classificare in echistoterme, microterme, mesoterme, megaterme o termofile; nei confronti del fabbisogno d'acqua si hanno le xerofite, le mesofite e le igrofite; nei riguardi della luce si hanno specie sciafile od ombrofile ed eliofile. Alle vegetazioni legate al clima si contrappongono le vegetazioni specializzate che dipendono dal substrato, come le idrofite, influenzate dall'acqua, le alofite, che dipendono dal tenore salino dei suoli, le psammofite, legate ai suoli sabbiosi, le nitrofile, dipendenti dal tenore in azoto. Le forme biologiche della vegetazione di Raunkiaer sono l'espressione dei vari climi e valgono quindi a caratterizzarli; fra le piante superiori si distinguono, secondo il tipo dell'apparato vegetativo: terofite, geofite, emicriptofite, fanerofite, camefite, liane, epifite. Un importante concetto riguardante l'evoluzione della vegetazione è quello del suo dinamismo, che porta da fitocenosi pioniere con struttura semplice a stadi più evoluti e complessi, sino a quelli più maturi del climax. Lo studio della vegetazione si effettua mediante rilevamenti su superfici adeguate (10-100 m² secondo il tipo) nelle quali si censiscono tutte le specie con il loro grado di abbondanza-dominanza e associabilità secondo le scale numeriche standard; indicando per ogni specie lo stadio vegetativo, tale studio si può basare inoltre su diversi concetti: quello fitosociologico, essenzialmente floristico, ha per base l'associazione; quello biocenotico, geografico e filogenetico, che si fonda sul cingolo di vegetazione e sulla fitocenosi; quello dinamico, che si basa su criteri evoluzionistici e che ha per elemento caratterizzante la serie di vegetazione (diversi climax). La cartografia della vegetazione rappresenta quest'ultima dal punto di vista geografico con carte che possono andare da scale assai particolareggiate sino a rappresentazioni a piccola scala per rappresentare la vegetazione mondiale; essa ha assunto una sempre maggiore importanza per scopi scientifici di base e applicativi nei campi forestale e agronomico oltre a costituire un complemento visivo dello studio della vegetazione con la rappresentazione dei limiti di ogni aggruppamento vegetale.

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