venètico

agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XX; dal latino Venetícus]. Proprio degli antichi Veneti; la lingua indeuropea preromana del gruppo centum, detta anche paleoveneta, anticamente parlata nell'Italia nordorientale. § Il venetico è attestato da ca. 250 iscrizioni trovate soprattutto a Este, Padova, Vicenza, Belluno e provincia (in particolare nella stazione archeologica di Lagole di Calalzo), Trieste e al di là delle Alpi in Carinzia. Sono per la maggior parte iscrizioni funerarie o votive su urne cinerarie, pietre tombali, vasi di terracotta, secchi di bronzo, laminette e spilloni o chiodi di bronzo usati come offerte votive. Coprono un arco di tempo che va dal sec. VI al I a. C. e sono scritte in un alfabeto etrusco settentrionale. Generalmente non c'è divisione delle parole e la direzione della scrittura per le iscrizioni più antiche è sinistrorsa, per quelle meno antiche è anche destrorsa. Le iscrizioni più recenti sono anche redatte in alfabeto latino. Dalla sua struttura il venetico appare una lingua indeuropea autonoma con particolari isoglosse che lo connettono da una parte al latino e all'osco-umbro e dall'altra alle lingue germaniche.

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