E' mai saltato un appuntamento con l'Esposizione Universale?

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L’Esposizione Italiana di Roma 1942 non si tenne a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Fu nel 1935 che Benito Mussolini decise di candidare l’Italia per ospitare l’esposizione universale del 1942 dando così il via ai cantieri per la costruzione del nuovo quartiere romano che avrebbe ospitato l’evento: l’EUR.

Il governo italiano decise di situare l’esposizione universale nell’area compresa tra le terme di Caracalla e il mare. I lavori iniziarono nel 1937 quando il Duce vi piantò simbolicamente un pino romano: il nuovo quartiere avrebbe dovuto avere uno stile monumentale e moderno allo stesso tempo, in modo da evocare la gloria dell’Impero Romano ma anche di proiettare l’Italia nel futuro. Al progetto lavorarono i più rinomati architetti dell’epoca: Pagano, Vietti, Libera, Piccinato, Minnucci, Guerrini, Romano, Moretti e La Padula progettarono la sontuosa opera pensata dal Duce.

L’opera più trionfalistica dell’esposizione sarebbe dovuta essere “L’Arco dell’Acqua e della Luce” che non fu mai realizzato, lasciando al Palazzo della Civiltà Italiana il compito di rappresentare lo spirito dell’intero quartiere. La città di Roma però deve a questa esposizione “mancata” la progettazione di ampi spazi verdi, che con una superficie di 70 ettari di parchi rappresenta ancora una delle aree naturali più significative della capitale.

Fu la guerra a rendere impossibile la fine dei lavori necessari ad ospitare l’esposizione: il governo abbandonò così il progetto E42 e per l’Italia non si prospettò più l’occasione di ospitare un evento di tali dimensioni fino ad oggi, con Expo Milano 2015.
L’EUR rimase così un quartiere incompiuto di Roma, simbolo di quell'occasione perduta, fino agli anni 50 quando il governo italiano diede il via alla sua ricostruzione e al suo completamento.

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Foto © www.eurspa.it