Quale ruolo ha avuto John F. Kennedy nella guerra del Vietnam?

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La politica estera di Kennedy fu caratterizzata da momenti essenziali e decisivi per il futuro della storia americana e internazionale: il 35° Presidente degli Stati Uniti dovette affrontare la crisi dei missili di Cuba e le conseguenti tensioni con l’Unione Sovietica dettate dalla Guerra Fredda.

Uno dei momenti più discussi del suo mandato però resta sicuramente il coinvolgimento nella situazione vietnamita, durante la quale il Presidente Kennedy iniziò il potenziamento dell’intervento americano sin dal 1961: alla metà del 1962 i consiglieri americani in Vietnam erano circa 16000, senza contare gli agenti facenti parte delle operazioni sotto copertura.

John Kennedy decise di incrementare la presenza americana nel Vietnam del Sud per dare un forte segnale ai Paesi antagonisti della Guerra Fredda: dopo la crisi missilistica di Cuba gli Stati Uniti avevano bisogno di dimostrare la loro potenza a livello politico, militare ed economico, nell’ambizioso tentativo di trasformare il Vietnam del Sud in una repubblica democratica.

Molti storici sostengono che Kennedy, dopo aver ordinato l’assassinio di Diem (autoproclamatosi primo Presidente della Repubblica del Vietnam del Sud) e il rovesciamento del suo Governo abbia dato il via all’escalation di violenza che ha portato ad una sanguinosa guerra, che durò fino al 1975.

Altri invece sostengono che in realtà Kennedy non fosse alla ricerca di una guerra ma che il responsabile sia stato il suo successore, Lyndon Johnson: un memorandum datato 11 ottobre 1963 riportava il volere di Kennedy di ritirare 1000 uomini dal territorio vietnamita, decisione poi annullata una volta che Johnson salì al potere.

In conclusione si può affermare che Kennedy non fosse alla ricerca di un vero e proprio conflitto ma che la decisione di “rimuovere” Diem e lo stravolgimento della Repubblica del Vietnam del Sud abbia influenzato gli avvenimenti tragici dell’immediato futuro: la guerra del Vietnam inziò nel 1960 e si concluse 15 anni dopo con la prima grave sconfitta a livello mondiale per gli Stati Uniti, che persero in battaglia più di 58000 soldati.