Misurazione dell'antigene specifico della prostata (PSA)

Attualmente non ancora raccomandato come metodo di screening per il tumore della prostata. La seguente scheda illustra gli argomenti a favore e contro.

Il PSA è una proteina prodotta esclusivamente dalle cellule epiteliali della prostata.

Il PSA nella diagnosi precoce del cancro alla prostata ha buona sensibilità e specificità, anche se falsi positivi si osservano in pazienti con ipertrofia prostatica benigna o con prostatite. Solo un terzo degli uomini con livelli elevati di PSA che si sono sottoposti a biopsia si sono rivelati effettivamente malati di cancro, ma questi risultati derivano da studi svolti su pazienti delle cliniche urologiche e su volontari. La reale validità preventiva di questo test nei pazienti asintomatici sottoposti a cure primarie può essere più bassa. Le modifiche al test dell'antigene specifico della prostata, fra cui l'uso di campi di riferimento adeguati in base all'età, la misurazione della densità dell'antigene specifico della prostata (la concentrazione dell'antigene divisa per il volume della ghiandola), la velocità del PSA (il tasso di innalzamento del livello dell'antigene nel tempo) e il PSA "libero" (cioè quello non legato alle proteine del sangue) possono migliorare l'accuratezza dell'esame.

Fino a oggi non sono disponibili studi controllati sulla validità del PSA nella riduzione della mortalità dovuta al cancro alla prostata, ma sono in corso trials americani ed europei. Dato che i risultati non saranno disponibili prima di 10 anni, le raccomandazioni attuali si basano su prove indirette. Senza dubbio, la sofferenza provocata da questo tumore è grande. Dopo il cancro ai polmoni, quello alla prostata è la principale causa di mortalità per cancro fra gli uomini negli Stati Uniti. Contrariamente al cancro ai polmoni, tuttavia, il cancro alla prostata è spesso clinicamente indolente. Il riscontro casuale all'autopsia eseguita su individui deceduti per altra patologia si aggira attorno al 30% degli uomini dai 30 ai 49 anni, con un progressivo decremento con l'avanzare dell'età. Uno dei punti centrali del dibattito sono gli eventuali eccessi nella diagnosi e nel trattamento dei tumori indolenti. Sembra che i tumori identificati con il test del PSA o rimossi con una prostatectomia radicale abbiano maggiore probabilità di essere clinicamente significativi (più maligni e più produttivi di stati patologici e mortalità) rispetto ai tumori riscontrati nelle autopsie.