Rianimazione cardiopolmonare

In condizioni di emergenza, per esempio, in seguito a un incidente stradale o a un malore, le tecniche di rianimazione cardiopolmonare possono rivelarsi di estrema importanza per mantenere in vita il paziente, fino all’arrivo dei soccorsi avanzati.

La rianimazione cardiopolmonare va applicata quando insorge un arresto cardiaco; ciò accade quando il cuore cessa di battere completamente o, in seguito a shock, gravi emorragie, danni cardiaci, assunzione di droghe o farmaci, il cuore batte troppo debolmente per immettere sangue in circolo.

Un paziente che necessita di rianimazione cardiopolmonare non sarà in grado di rispondere agli stimoli, non respirerà e non presenterà polso carotideo o presenterà un polso così lento, debole e irregolare da indicare una gravissima compromissione della circolazione sanguigna. Dopo soli 5 minuti dall’arresto cardiocircolatorio compaiono le prime lesioni irreversibili alle cellule cerebrali. In caso di arresto cardiaco in condizioni di bassa temperatura le cellule cerebrali resistono più a lungo al deficit di ossigeno.
Respirazione e circolazione sono processi strettamente interdipendenti, l’interruzione di uno dei due porta entro breve tempo all’interruzione dell’altro; bisogna sempre assicurarsi che entrambi siano efficienti.