fibrillazione ventricolare

gravissima tachiaritmia cardiaca, caratterizzata da una condizione di attività elettrica e meccanica del cuore caotica e disorganizzata, che determina contrazioni ventricolari di elevata frequenza, irregolari e incoordinate sia nel tempo, sia nell'intensità. Tale aritmia è conseguenza di alterazioni dell'eccitabilità del miocardio ventricolare (ipossia, acidosi, ischemia) - sovente innescate da fenomeni di extrasistolia - o di sue alterazioni legate a cardiopatie organiche (frequente causa di morte nei pazienti con infarto acuto del miocardio). L'elettrocardiogramma mostra in questo caso una serie ininterrotta di ondulazioni del tutto irregolari, di aspetto e ritmo anomali. Durante la fibrillazione, i ventricoli non si contraggono in maniera efficace: la circolazione sanguigna è, conseguentemente, interrotta e ciò si manifesta con perdita della coscienza, assenza dei polsi, arresto del respiro, abolizione dei riflessi e morte cerebrale nel volgere di pochi minuti. Una volta instaurata, infatti, la fibrillazione non tende a cessare e, quindi, il suo esito abituale è la morte del paziente. Unica terapia possibile è la cardioversione elettrica (defibrillazione). Nell'impossibilità di praticarla immediatamente, è indispensabile eseguire il massaggio cardiaco esterno e la ventilazione assistita: l'interruzione della circolazione sanguigna per un tempo superiore ai 2-3 minuti comporta, infatti, lesioni cerebrali irreversibili.