polso

(o polso arterioso), espansione periodica della parete di un'arteria, determinata dall'onda di pressione sanguigna prodotta dalla sistole cardiaca; si può apprezzare palpando le arterie superficiali, come la radiale (sul polso sotto la radice del pollice), la omerale (nella piega del gomito), la carotide comune (polso carotideo, rilevabile sul collo all'altezza della laringe). Del polso si considerano: frequenza, cioè numero di pulsazioni al minuto, che nella norma sono 60-80; ritmicità, cioè presenza di pause di uguale durata tra una pulsazione e l'altra, che manca in caso di aritmia; ampiezza, cioè grado di espansione dell'arteria, che è aumentata in caso di ipertrofia ventricolare e di insufficienza aortica, e diminuita in caso di insufficienza ventricolare sinistra e di vizi valvolari; celerità, data dal tempo che l'arteria impiega per espandersi e restringersi; tensione e pienezza. Quando le pulsazioni arteriose vengono trasmesse al sistema capillare per una diminuzione delle resistenze periferiche dovuta a vasodilatazione, è possibile percepire il polso capillare (ungueale, labiale, cutaneo, frontale, pupillare), come avviene nell'insufficienza aortica, nell'ipertiroidismo, nell'arteriosclerosi diffusa ecc. Il polso venoso è dato invece dalla dilatazione delle vene poste presso il cuore ed è dovuto al propagarsi a ritroso delle variazioni pressorie dell'atrio destro.