Devianza giovanile e prevenzione

Il percorso adolescenziale è caratterizzato da frequenti momenti critici. L'adolescente vive come un equilibrista sulla corda tesa fra devianza e normalità e un semplice sbandamento può farlo cascare dalla parte sbagliata. Tende a risolvere il conflitto affrontandolo non all'interno della propria mente, ma nella vita reale. L'esperienza deviante, la tendenza a compiere gesti trasgressivi nei confronti dell'autorità e dell'ambiente, rappresentano una delle modalità con cui l'adolescente si confronta continuamente durante la crescita.
Tra le piccole trasgressioni adolescenziali quotidiane ricorre frequentemente la bugia. Questa rappresenta il segreto e rinnova nel giovane il suo senso di onnipotenza.
Spesso l'adolescente compie furti domestici, si impadronisce di denaro e di oggetti di scarso valore. Questo comportamento dimostra la sua incapacità di esprimere bisogni e richieste ai propri genitori, anche se permane il desiderio latente di una dipendenza totale che legittima l'appropriazione indebita.
Un atteggiamento tipico dell'adolescente è il vagabondare da un luogo all'altro, stare in giro tutto il giorno, apparentemente senza meta, invece che stare a casa a studiare o frequentare la palestra. Tale condotta esprime il suo desiderio d'avventura e l'esigenza di verificare la propria autonomia. Le azioni trasgressive maschili hanno di solito come destinatari l'autorità, la legge, lo Stato.
L'agito femminile usualmente si esprime invece attraverso l'esibizione di un'arrogante seduttività, un attacco all'immagine materna e ai severi limiti da questa generalmente imposti.
Il disagio e la confusione possono spingere l'adolescente verso l'uso di sostanze stupefacenti che lo estraniano dalla realtà circostante e gli danno la sensazione di sentirsi più sicuro. Di solito il ragazzo inizia ad assumere stupefacenti insieme ad amici in discoteca o in altri luoghi di ritrovo.
Un dato preoccupante in questi anni è l'aumento di suicidi tra gli adolescenti. La dinamica del suicidio giovanile è molto complessa. Bisogna tenere conto di molti fattori sociali e psicologici. È un atto di rottura nei confronti di una realtà avvertita come intollerabile. Lo psichiatra Xavier Pommereau ha fondato nel 1992 in Francia, a Bordeaux, il Centro Abadie, in cui ogni anno vengono accolti e curati 400 adolescenti reduci da tentativi di suicidio o con problemi di dipendenza da alcol e droghe. La terapia di recupero si fonda sulla responsabilizzazione e sulla ricostruzione del ruolo. Pommereau sostiene che i giovani sono spinti dagli adulti e dai media a una visione materialista della vita. Il ragazzo viene inquadrato in uno stile di vita standardizzato che dovrebbe renderlo velocemente un produttore di reddito, privandolo spesso della sua "autenticità".
Per combattere la spersonalizzazione di una società troppo consumistica al centro Abadie non ci sono attività prefissate e si dà molto spazio all'amicizia, all'amore e alle relazioni.
Negli ultimi anni, all'interno della scuola media inferiore e superiore e nelle strutture sanitarie, si sono diffuse alcune pratiche psico-socio-pedagogiche che hanno lo scopo di informare i ragazzi sui pericoli dell'uso di droghe, di una sessualità non protetta, sulla salute in generale e su altri temi importanti. Purtroppo si è ancora lontani dal conseguire risultati soddisfacenti. La profilassi necessita di una stretta collaborazione tra famiglia, scuola e servizi del Sistema Sanitario Nazionale. Le istituzioni devono costituire una rete ferma e al tempo stesso flessibile, capace di favorire il processo di individuazione adolescenziale.