Giornata Internazionale della pace: i conflitti in corso nel mondo

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La Giornata Internazionale della Pace viene celebrata ogni anno il 21 settembre: fu istituita nel 1981 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67, che invitava tutti gli stati membri e le persone a cessare le ostilità durante questo giorno (che inizialmente era mobile, in quanto cadeva il terzo giovedì di settembre). Anche se la pace globale è da sempre l’obiettivo principale dell’Onu, al momento sono ancora tanti i conflitti in corso nel mondo. Eccone alcuni.

Afghanistan

La guerra in Afghanistan è iniziata poco dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. Per la precisione il 7 ottobre, con l'invasione del territorio controllato dai talebani da parte dei gruppi afghani dell'Alleanza del Nord, a cui Usa e Nato hanno fornito inizialmente supporto tattico, aereo e logistico. Nonostante la caduta del regime talebano del Mullah Omar e l’uccisione del capo di Al-Qāʿida Osama bin Laden (avvenuta nel 2011 ad Abbottabad, Pakistan), il confitto procede ininterrotto da 19 anni.

Libia

Nel 2014 in Libia è scoppiata una seconda guerra civile: da una parte il governo di Tripoli internazionalmente riconosciuto, con a capo il presidente Fayez al-Sarraj; dall’altra le truppe fedeli al generale Khalifa Haftar, che hanno come roccaforte la città di Tobruk. A queste due fazioni si è aggiunta per un certo periodo l’Isis, che ha provato a costituire un piccolo califfato nella città di Sirte. Seppur sconfitto, il gruppo jihadista non è mai andato via dalla Libia: ha infatti istituito numerosi campi di addestramento nel sud del Paese.

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123RF

Mali

Il conflitto in Mali è iniziato con il colpo di Stato del marzo 2012, a cui ha fatto seguito la dichiarazione di secessione dell’Azawad, territorio desertico del nord a prevalenza tuareg. Per ristabilire la sovranità del Mali sull’Azawad caduto in mano agli integralisti, l’Onu a gennaio 2013 ha lanciato l’Operazione Serval. Nonostante l’avvio delle trattative di pace, nel Paese spaccato ancora a metà la stabilità politica rimane una chimera: il 18 agosto 2020 si è infatti verificato un nuovo colpo di Stato.  

Repubblica Centrafricana

Nel cuore dell’Africa, in uno dei Paesi più poveri al mondo, è in corso dal 2012 una guerra civile che contrappone le forze ribelli islamiche conosciute come Séléka, stanziate nel nord-est, e gli Anti-balaka, milizie cristiane responsabili di diversi massacri nei confronti delle popolazioni musulmane nel sud-ovest. In mezzo il governo centrale, incapace di imporre il suo controllo nonostante vari “cessate il fuoco”: 2/3 del territorio sono tuttora nelle mani di gruppi armati.

Siria

La guerra civile in Siria dura da nove anni. Iniziata con l’obiettivo di ottenere le dimissioni del presidente Bashar al-Assad, con il radicalizzarsi degli scontri ha visto l’ingresso di sempre più forze, tra cui l’Isis. Oltre 500 mila i morti, circa 6,5 milioni gli sfollati interni e altrettanti i profughi nei Paesi limitrofi.

Yemen

La guerra civile dello Yemen va avanti dal 2015.  Vede contrapposte due fazioni, che dichiarano di costituire il legittimo governo del Paese: da una parte le forze leali al presidente deposto Abd Rabbih Manṣūr Hādī, appoggiate da una coalizione a guida saudita; dall’altra gli Huthi, ribelli che controllano la capitale Sana’a con il sostegno dell’Iran. Quattro le tregue siglate, per adesso inutilmente.

 

Matteo Innocenti