Chi è stato davvero Jack Lo Squartatore?

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L'identikit, le vittime, i principali sospetti. Tutto quello che dovreste sapere sul serial killer più famoso della storia.

L'8 novembre 1888 è una data sconosciuta ai più, ma cruciale nelle indagini su Jack Lo Squartatore. In quella notte, il primo serial killer della storia lasciava dietro di sé il suo ultimo cadavere. Da quel lontano secolo il fascino di questo assassino non ha smesso di intrigare gli appassionati e i criminologi. Nel corso del tempo si è giunti a delineare diversi identikit e profili psicologici, oltre a trasporre questa storia inquietante in film, libri e fumetti. Ecco chi era Jack Lo Squartatore, l'uomo che non poteva fare a meno di andare a caccia di prostitute da uccidere.

L’identikit e il profilo psicologico

La storia di Jack Lo Squartatore inizia a essere sussurrata tra la povera gente di Whitechapel, quartiere poverissimo della Londra vittoriana, il 31 agosto 1888. In quella notte consuma il suo primo omicidio. Si trattava di Mary Ann Nichols, una prostituta nota tra le strade di Whitechapel. Il modus operandi era sempre lo stesso: sgozzamento, mutilazione e violenza, con asportazione di organi interni. Sono state fatte numerose congetture sull'identità di Jack lo squartatore. Si è arrivato a sostenere che dietro questo nome ci fossero il poeta e drammaturgo Oscar Wilde o lo scrittore Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson). Ma le indagini sono andate avanti per secoli.

Il “vecchio” profilo di Scotland Yard

Gli investigatori di Scotland Yard dell'epoca incaricarono il medico forense Thomas Bond di redigere un profilo della personalità criminale di Jack lo squartatore. Nelle sue note, definì gli omicidi di natura sessuale pur senza violenza sessuale: ai delitti fu collegata un'apparente misoginia. Cercò altresì di ricostruire l'omicidio e di interpretare lo schema comportamentale del criminale. Delineò un primo profilo comprendente i suoi tratti fondamentali che usò per collaborare alle indagini. Bond ipotizzò che Jack Lo Squartatore fosse un individuo maschio fisicamente prestante, audace e imperturbabile al tempo stesso. Sostenne l'azione in solitaria, resa possibile anche dall'aspetto apparentemente innocuo, magari quello di un uomo di mezza età e ben vestito, probabilmente con un mantello, per nascondere le conseguenze dei suoi delitti. Si ipotizzò che il soggetto fosse affetto da satiriasi, una devianza sessuale oggi identificata come ipersessualità o promiscuità. Tuttavia, nonostante le asportazioni di organi, Bond concluse che l'uomo non avesse alcuna conoscenza anatomica, escludendo in un colpo solo medici o macellai.

Il profilo moderno dell’FBI

La storia di Jack Lo Squartatore ha appassionato anche i profiler dell'FBI, che hanno realizzato un profilo diverso. Il serial killer che ha terrorizzato la Londra Vittoriana sarebbe stato un «individuo maschio bianco, di età compresa fra i 28 e i 36 anni». La sua sete di sangue viene fatta coincidere con «un'infanzia caratterizzata da una figura paterna assente o passiva».

Si è arrivati a ipotizzare che l'omicida probabilmente abbia vissuto o lavorato a Whitechapel, esercitando «una professione in cui poteva legalmente soddisfare le sue tendenze distruttive ma comunque di modesta estrazione sociale, probabilmente era l'assistente di un medico o forse esercitava un lavoro umile come il macellaio o l'artigiano». La furia omicida dietro Jack Lo Squartatore potrebbe essere nata da un difetto fisico o da una malattia, che hanno causato in lui grande frustrazione o rabbia, poi sfogata sulle ignare vittime.

I principali sospetti

La polizia dell'epoca indirizzò i suoi sospetti su diversi soggeti, spaziando da membri dell'alta nobiltà e borghesia inglese a poveri diavoli, membri della comunità di Whitechapel. Tra i nomi ventilati nei decenni, c'era quello di Montague John Druitt, figlio di un noto medico londinese trovato annegato nel Tamigi il 31 dicembre 1888 dopo un mese in acqua, con diverse pietre nelle tasche, segno di suicidio. Gli studiosi moderni tendono però a ritenerlo estraneo ai fatti.

Un altro sospettato fu George Chapman, apprendista di un chirurgo, originario della Polonia ed emigrato nel Regno Unito. Commise diversi omicidi usando l'antimonio. Dopo la morte per impiccagione, in molti credettero di aver messo fine al mistero, ma l'uso del veleno allontanava Chapman dall'identikit.

Aaron Kosminski era un barbiere polacco di origine ebraica. Finì nel mirino di Scotland Yar per i suoi comportamenti psicotici e per la sua bottega in Whitechapel. Kosminski trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita nel manicomio di Leavesden, a Londra, dove fu ricoverato il 19 aprile 1894, e lì morirà nel 1899. La figura di Kosminski, sospettato all'epoca ma poi ignorato successivamente, è stata riportata in auge in tempi moderni, dove profiler, esperti di identikit, scienziati e perfino medium e sensitivi hanno scritto libri ed effettuato indagini su di lui.

Dopo 126 anni (forse) scoperta l’identità di Jack The ripper

Le indagini hanno appassionato profiler di ogni epoca. Così, dopo 126 anni, l'8 settembre 2014 una prova del Dna ha svelato che Jack Lo Squartatore era un immigrato polacco, rispondente a un nome già noto alle forze dell'ordine che avevano seguito le indagini: Aaaron Kominski. Così, dopo più di un secolo, il barbiere di 23 anni diventava il serial killer autore di cinque omicidi per taglio della gola, rimozione degli organi interni e abbandono del corpo mutilato in vicoli bui.

Negli appunti donati dai discendenti dell'ispettore capo Donald Swanson al Museo del Crimine di Scotland Yard nel 2006, c'è anche un memorandum dell'assistente capo, Sir Melville Macnaghten. Lui scrisse di Kosminski, menzionando «un grande odio per le donne, con forti tendenze omicide». Tuttavia la colpevolezza di Kominski non venne mai accertata all'epoca, così che l'uomo morì impunito in manicomio.

L'esame che ha incastrato Kominski è stato condotto su uno scialle che si crede essere appartenuto ad una delle vittime del killer, Catherine Eddowes, assassinata il 30 settembre 1888. Lo studio è stato condotto da David Miller, ricercatore della scuola di medicina dell’Università di Leeds, e Jari Louhelainen, docente di biologia molecolare alla Liverpool John Moores University: il lavoro è stato poi pubblicato sul Journal of Forensic Sciences e raccontato in un libro da Russell Edwards. È stato proprio Edwards ad aver acquistato l'indumento ad un'asta nel 2007, per poi lavorarci per 14 anni. Nel 2014 ha dichiarato che questa indagine poneva finalmente la parola fine al mistero.

Ma forse il caso non è chiuso

Ma a quanto pare nemmeno l'esame del Dna ha messo a tacere i dubbi sulla vera identità di Jack Lo Squartatore. L’approccio dei due ricercatori non ha convinto tutta la comunità scientifica, tra cui lo Smithsonian Institute, uno dei più autorevoli istituti di ricerca del mondo.

Innanzitutto, non vi è alcuna prova che lo scialle fosse presente sulle scene del crimine. Inoltre, il DNA mitocondriale non può essere inteso come prova definitiva per collegare il barbiere agli omicidi. Infine, l'analisi dello scialle stesso ha sollevato ulteriori dubbi: il tessuto era molto pregiato, troppo per essere appartenuto a una prostituta di quel tempo, inoltre risultava prodotto in Russia.

Le obiezioni sono tante e c'è chi, come la storica Hallie Rubenhold, autrice del libro The Five: The Untold Lives of the Women Killed by Jack the ripper, per risolvere il mistero ha deciso di concentrarsi sulle vittime. Nel suo libro dedica poco spazio al killer e alla sua maniera cruenta di agire, spostando l'attenzione verso le donne assassinate. Partendo dalle vittime, dalle loro vite e dal perché i loro percorsi hanno incrociato quelli del loro cruento assassino, forse potrebbero nascere nuove ipotesi sull'identità del killer.

Le vittime di Jack

A Jack lo squartatore sono state attribuite ufficialmente 5 vittime, mentre il numero di omicidi ricondotti dagli studiosi alla sua attività criminale varia tra 4 e 16.

Le vittime accertate

Le vittime accertate nel 1888 sono cinque: Mary Anna Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly.

  1. Tutto inizia con il ritrovamento di Mary Ann Nichols il 31 agosto 1888. Il corpo viene trovato davanti a uno dei tanti mattatoi del quartiere. Presenta la gola recisa fin quasi alla decapitazione e diversi fendenti sul ventre, insieme a gravissime lesioni da taglio sugli organi genitali. Mary Ann Nichols aveva 43 anni.
  2. Annie Chapman aveva 47 anni e il suo corpo viene ritrovato l'8 settembre 1888 accanto alla porta posteriore di un edificio. Anche qui la gola è squarciata e il ventre aperto. Vagina, utero e vescica erano stati asportati. Ai piedi della vittima giacevano alcune monete e un pezzo di una lettera insanguinata datata 20 agosto. Per questo omicidio viene arrestato un artigiano del cuoio, l'ebreo John Pizer, ma l'uomo viene scagionato.
  3. Il 30 settembre viene trovato il cadavere di Elizabeth Stride, 44 anni, Presenta solo un profondo taglio alla gola: si presume che qualcuno avesse disturbato l'assassino, il quale non aveva potuto concludere il suo rituale.
  4. Il corpo di Catherine Eddowes, 46 anni, viene trovato nella stessa giornata. Lei invece risultava esser stata martoriata dall'assassino, che aveva probabilmente sfogato la sua furia trattenuta sulla seconda vittima della giornata.
  5. L'ultima vittima fu Mary Jane Kelly, 25 anni circa, il cui cadavere venne scoperto l'8 novembre 1888. Giaceva sul letto della camera d'affitto dove la donna viveva: la gola era squarciata, il viso mutilato, l'addome e il petto aperti, i seni asportati insieme a molti organi interni. Il fegato giaceva tra le gambe della donna. Il rituale dell'assassino si era fatto più complicato.

Le vittime sospettate

Ma sembra che il serial killer abbia colpito molto più di cinque volte. Nel 1888 le donne dell'East End vengono duramente colpite e le indagini dell'epoca fanno presumere che si tratti sempre dello stesso individuo. Si contano 11 omicidi separati, dal 3 aprile 1888 al 13 febbraio 1891. Tutte le morti di quel periodo furono incluse in un'indagine del servizio di polizia metropolitana di Londra e furono conosciute collettivamente nel registro della polizia come "Gli omicidi di Whitechapel".

Le vittime furono: Emma Elizabeth Smith, Martha Tabram, Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes, Mary Jane Kelly, Rose Mylett, Alice McKenzie, un tronco umano di una donna non identificata e Frances Coles. Tra queste si distinguono le vittime "canoniche", ricondotte con certezza a Jack Lo Squartatore, mentre le altre vengono attribuite a un numero ignoto di assassini che operavano emulando il serial killer.

Il mito di Jack lo Squartatore nel cinema e nella letteratura

La figura di Jack Lo Squartatore ha affascinato generazioni di appassionati e criminologi. Ne è nata una produzione di film, libri e persino fumetti dedicati al serial killer.

I film

Il primo film dedicato a Jack Lo Squartatore risale al 1959 e porta solo il nome del serial killer. Nel 1965 si intrecciò il profilo dell'assassino con la figura dell'investigatore più famoso della Londra Vittoriana, Sherlock Holmes. Ne venne fuori il film Sherlock Holmes: notti di terrore. Nel 1976 fu la volta di Erotico profondo, seguito da Assassinio su commissione. Nel 1979 fu girato L'uomo venuto dall'impossibile, mentre vent'anni dopo usciva un altro Jack Lo Squartatore. Nel 2001 Albert ed Allen Hughes girarono La vera storia di Jack lo squartatore - From Hell, coinvolgendo nel cast anche Johnny Depp.

I fumetti

Forse il fumetto più famoso dedicato a Jack Lo Squartatore resta From Hell di Alan Moore ed Eddie Campbell, incentrato sulla misteriosa quanto celeberrima vicenda dell'assassino. Ma non è il solo lavoro del genere ad aver celebrato il serial killer. I primi capitoli del manga Black Butler, così come i primi episodi dell'anime, sono incentrati sul caso di Jack lo squartatore.

Nell'anime Fate/Apocrypha, Jack lo squartatore è una bambina diventata uno spirito eroico perché, pur essendo una assassina, compiva i suoi delitti al solo fine di sopravvivere insieme agli altri bambini tra le difficoltà di quel periodo storico. Anche Dylan Dog incontra Jack Lo Squartatore nell'albo numero due pubblicato da Sergio Bonelli Editore: in quel caso il serial killer viene raccontato al presente e non al passato.

Jack lo squartatore appare nel manga Record of Ragnarok, rappresentato come un gentiluomo; è il quarto combattente dell'umanità durante il torneo Ragnarok ed è l'avversario del semidio greco Eracle. In più, nell'anime Case File N°221: Kabukicho il protagonista John Watson, Sherlock Holmes e i loro amici della casa dei detective indagano per scoprire la vera identità e i casi legati a Jack lo squartatore.

Le produzioni letterarie

Ci sono tantissimi libri che tentano di ricostruire la storia di Jack Lo Squartatore. Tra i migliori e più documentati, sono da leggere Jack lo Squartatore. La vera storia di Paul Begg (Utet), Jack lo squartatore. Anatomia di un incubo di Alessandro Moriccioni (Enigma), Ritratto di un assassino. Jack lo Squartatore - Caso Chiuso di Patricia Cornwell (Mondadori), Lettere dall'inferno. La storia di Jack lo squartatore di Gian Luca Margheriti (Il Nuovo Melangolo), Le cinque donne. La storia vera delle vittime di Jack Lo Squartatore di Hallie Rubenhold (Neri Pozza).