Il giorno in cui i Beatles si sciolsero: il ricordo tra leggende e curiosità

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Il 10 aprile 1970 terminava ufficialmente l'avventura della band più popolare e influente di sempre. La prima pagina del Daily Mirror riportava a caratteri cubitali "Paul is quitting the Beatles".

I Beatles sono senza dubbio la band più famosa nella storia della musica. Eppure la loro traiettoria è durata, almeno come Fab Four, meno di un decennio: dal 1962, anno in cui pubblicarono il primo singolo Love Me do, al 1970, che vide lo scioglimento del gruppo a seguito dell’addio di Paul McCartney.

The Beatles: breve storia di una grande band

I Beatles nascono nel 1960 a Liverpool dalle ceneri dei Quarryman, con John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best alla batteria, sostituito due anni dopo da Ringo Starr.

Dopo la gavetta tra Amburgo e una miriade di concerti al Cavern Club, con la formazione passata alla storia nel 1962 i Beatles lanciano il singolo Love Me Do, seguito dal primo album Please Please Me. Nel 1963 esplode la popolarità del gruppo, che dà vita in tutto il mondo al fenomeno della Beatlesmania.

Saranno in tutto 13 gli album in studio dei Fab Four, che raggiungono la vetta artistica tra il 1966, quando viene pubblicato Revolver (e annunciano l’addio all’attività dal vivo), e il 1967, anno in cui esce Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Dopo un soggiorno in India e l’avvio dei rispettivi progetti solisti, i Fab Four pubblicano altri quattro album prima di sciogliersi nel 1970, lasciando un enorme e ineguagliato impatto nella cultura di massa.

10 aprile 1970, l’annuncio di Paul McCartney e la fine del sogno

I Beatles suonano insieme in studio l’ultima volta il 3 gennaio 1970, registrando I Me Mine scritta da George Harrison. Il 10 aprile, dopo aver ricevuto un comunicato stampa in cui McCartney dichiara di non voler più far parte del gruppo "per divergenze personali ed economiche", il Daily Mirror titola “Paul is quitting The Beatles”.

È la fine dei Fab Four: ai milioni di fan increduli sparsi per il mondo non resta che aspettare l’uscita di Let It Be, ultimo album inciso dalla band.

Tutta colpa di Yoko Ono? Perché i Beatles si sciolsero

L’ingombrante presenza di Yoko Ono, compagna di John Lennon, sicuramente favorì lo scioglimento della band. Ma non fu l’unico fattore: a divergenze musicali tra Lennon e McCartney, che stavano comunque avviando progetti paralleli (il primo aveva esordito in concerto con la Plastic Ono Band, il secondo stava registrando i brani del primo album da solista), si aggiungeva il desiderio di maggior spazio reclamato da Harrison.

Yoko Ono e i Beatles

C’erano poi questioni economiche: dopo la morte del manager Brian Epstein, McCartney avrebbe voluto affidare la gestione delle finanze allo studio legale Eastman, fondato dal padre della moglie Linda, mentre Lennon, Harrison e Starr puntavano ad Allen Klein, impresario dei Rolling Stones. Queste frizioni rallentarono la produzione di Let It Be e, lentamente, anche allo scioglimento dei Beatles.

I Beatles, la Regina Elisabetta e la marijuana a corte

Sono tanti gli episodi memorabili della carriera dei Beatles. È sicuramente passata alla storia lo spinello fumato, per calmare il nervosismo, nei bagni di Buckingham Palace, dove i Fab Four il 26 ottobre 1985 stavano per ricevere dalla regina Elisabetta la medaglia dell'Ordine dell'Impero Britannico. L’aneddoto, raccontato da Lennon, fu poi smentito da Harrison.

Paul is dead e il caso del doppio Beatle

Non è stata mai smentita, forse perché non ce n’era bisogno, la leggenda metropolitana secondo cui Paul McCartney sarebbe morto il 9 novembre 1966 in un incidente stradale a bordo della sua Aston Martin DB 5 e sostituito da un sosia, un attore che per somigliargli ancora di più si sarebbe sottoposto a vari interventi di chirurgia plastica.

La morte di Paul e i messaggi subliminali nelle copertine degli album

Secondo i “complottisti” le evidenze ci sarebbe, eccome. Innanzitutto, dal 1966 i Beatles smisero di esibirsi dal vivo. E poi ci sono i messaggi subliminali sparsi nelle copertine degli album. In quella di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, Mc Cartney è infatti l’unico a tenere fra le mani uno strumento nero e ad avere una misteriosa mano aperta sopra alla testa.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band

Sulla copertina di Help! Paul è l'unico senza cappello, come a simboleggiare al sua estraneità al gruppo.

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Ma è soprattutto la copertina di Abbey Road a destare sospetti: i Fab Four sulle strisce pedonali richiamerebbero una processione funebre, con Lennon vestito di bianco come officiante, Starr in nero nei panni dell’agente delle pompe funebri e Harrison in quelli del becchino. Tutti al passo con lo stesso piede, il sinistro, a differenza di McCartney addirittura scalzo e con la sigaretta nella mano destra, proprio lui che è mancino. Sulla sinistra si vede poi un’auto targata LMW 28 IF, interpretabile come “Avrebbe 28 anni, se… non fosse morto”. 

Abbey Road

I messaggi subliminali in reverse

Ci sarebbero messaggi subliminali anche a parole, nelle canzoni dei Beatles. Nel collage sonoro di Revolution 9, ad esempio, si può udire il rumore di un incidente automobilistico, nonché una frase enigmatica se si ascolta il pezzo al contrario: "Turn on me dead man".

Fatto scorrere al rovescio, il ritornello di Get Back direbbe invece: «I need some wheels! Help me! Help me!», supposto riferimento all'incidente stradale.  Alla fine di I’m So Tired, Lennon farfuglia una frase, che in molti hanno interpretato come "Paul is dead, miss him, miss him", mentre alla fine di Strawberry Fields Forever direbbe “I buried Paul”, invece di “cranberry sauce”.

E anche Harrison avrebbe dato indicazioni della morte di McCartney, con le frasi “If you drive a car” e “if you get too cold” di Taxman. E questi sono solo alcuni esempi.

 

Matteo Innocenti