Pierangelo Bertoli, il cantore degli esclusi

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Un cantastorie a muso duro, capace di superare la disabilità e di imparare a suonare la chitarra da autodidatta, regalando all’Italia brani memorabili. La sua storia.

Testi diretti, densi di riferimenti sociali, politici e ambientalisti. Un cantastorie emiliano, legatissima alla sua terra. Un artista capace di spaziare dalla musica popolare al rock, completamente autodidatta. E che non si è mai fatto ostacolare dalla sua disabilità: la storia di Pierangelo Bertoli, cantore degli esclusi, di chi come lui affrontava la vita a muso duro.

Chi era Pierangelo Bertoli

Dalle nascita alla malattia, fino alla scoperta della chitarra, ecco le cose da sapere su Pierangelo Bertoli.

Origini

Pierangelo Bertoli nasce a Sassuolo il 5 novembre 1942, da una famiglia operaia.

La disabilità

A soli dieci mesi fu colpito da una grave forma di poliomielite, che lo priva della funzionalità degli arti inferiori, costringendolo alla sedia a rotelle.

Formazione musicale

Bertoli impara a suonare la chitarra solo dopo i 25 anni, quando alcuni amici gliene prestano una. In pochi mesi Bertoli fa suo lo strumento e, dopo un anno di esercizi da autodidatta, inizia a comporre le prime musiche per le canzoni di cui ha già scritto il testo.

Carriera

Ripercorriamo la carriera di Pierangelo Berti, dagli esordi al successo, fino alle partecipazioni al Festival di Sanremo.

Gli esordi

Entrato nell’Unione dei Comunisti Italiani (Marxisti-Leninisti) - poi Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano - Bertoli forma con altri militanti il Canzoniere Nazionale del Vento Rosso, pubblicando con la casa editrice del raggruppamento maoista, Servire il popolo, i primi 45 giri e poi il primo album studio Rosso colore dell'amore. Successivamente esce il secondo disco, Roca Blues.

Il successo

È proprio Roca Blues a permettere a Bertoli di fare il grande salto: dopo averlo ascoltato, Caterina Caselli convince il marito Piero Sugar a mettere sotto contratto l’artista emiliano. Nel 1976 arriva il disco Eppure soffia, che contiene l’omonima traccia, inno all’ecologismo. Il 1979 è l'anno di A muso duro, uno dei suoi album più noti: la canzone che dà il titolo al disco è il suo manifesto di Bertoli uomo e artista.

La poetica

Testi immediati e mai banali, canzoni contro la guerra, a favore dei più deboli e degli emarginati, sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente. Non mancano gli spunti politici nella produzione di Bertoli, ma l'impegno dell’autore si svolge principalmente sul piano civile e sociale. Anche con canzoni in dialetto, essendo molto orgoglioso delle sue origini. Tra i temi sociali affrontati spicca il diritto all’aborto (come in Certi momenti), con cui si schiera contro la Chiesa cattolica.  Per un certo periodo simpatizzò per la sinistra extraparlamentare.

L'impegno politico

Vicino fin dalla giovinezza alla sinistra, per un certo periodo simpatizzò per la sinistra extraparlamentare e in seguito militò nell’Unione dei Comunisti Italiani (Marxisti-Leninisti). Nel 1992, dopo aver rifiutato una candidatura offertagli da un senatore del PSI, si candidato alle elezioni politiche per Rifondazione Comunista, senza però approdare in Parlamento. Per alcuni anni avrà anche la tessera del Partito Radicale di Marco Pannella.

Le cose da sapere sulla vita privata di Pierangelo Bertoli

La moglie

Durante gli Anni Settanta conosce Bruna Pattacini, che diventerà sua moglie e da cui avrà tre figli.

I figli

I suoi tre figli sono Emiliano (a cui dedicherà la canzone Dietro me), Petra (in suo onore intitolerà così un album) e Alberto: quest'ultimo seguirà le orme del padre, facendo il cantante di professione, oltre a prendere parte ai concerti-tributo a lui dedicati.

La morte

Malato di tumore ai polmoni, Bertoli muore al Policlinico di Modena il 7 ottobre 2002, un mese prima di compiere 60 anni.

Le canzoni più belle di Pierangelo Bertoli

A muso duro

A muso duro racconta il difficile rapporto con i produttori discografici di Bertoli, determinato a scrivere canzoni secondo il proprio stile, senza nulla concedere alla logica del mercato e dell'immagine.

Canterò le mie canzoni per la strada/Ed affronterò la vita a muso duro/Un guerriero senza patria e senza spada/Con un piede nel passato/E lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Eppure soffia

Manifesto in musica dell’ecologia, ripreso più volte negli anni da altri artisti: brano purtroppo molto attuale, lanciato nel 1975.

E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi/La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi/Uccelli che volano a stento, malati di morte/Il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte.

Spunta la luna dal monte

Nel 1991 Bertoli partecipa al Festival di Sanremo insieme ai Tazenda con Spunta la luna dal monte, canzone scritta in origine dal gruppo sardo (intitolata Disamparados) di cui Bertoli scrive il testo in italiano.

Tra volti di pietra, tra strade di fango/Cercando la luna, cercando/Danzandoti nella mente, sfiorando tutta la gente/A volte sedendoti accanto.

C'era un tempo

Nel 1974 esce Rosso colore dell'amore, album d’esordio inciso insieme ai musicisti del Canzoniere Nazionale del Vento Rosso. E c’era un tempo, effettivamente, parla di amore. Come Bertoli sa fare.

Dicevi che l'amore è una strada senza uscita/Ho spostato le frecce ai crocicchi della vita/La strada si distende e mi porta ad andar via/Non c'è posto per l'amore nel tuo mondo di magia.

Certi momenti

Certi momenti parla di aborto e del modo in cui la Chiesa Cattolica lo osteggia da sempre. Protagonista della canzone è Anna, colpevole di essere rimasta incinta di un uomo senza averlo sposato.

E ti costringeranno a partorire/Per poi chiamarlo figlio della colpa/E tu una Maddalena da pentire/Credo che in certi momenti il cervello non sa più pensare.

Chiama piano

Questa canzone, incisa da Bertoli in duetto con Fabio Concato, racconta di come i sentimenti dell'amicizia, dell'amore e degli affetti abbiano il potere di annullare ogni distanza.

Chiama, chiama piano/Sai che non sarò lontano/Chiama, tu chiama piano/Ed arriverò io in un attimo/Quell'attimo anche mio.