Ezio Bosso: storia del Maestro che ci ha insegnato ad ascoltare

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L'infanzia, l'adolescenza, la carriera e tutto quello che ci ha lasciato Ezio Bosso, Maestro di musica e di vita.

Il 13 settembre 1971 nasceva Ezio Bosso, direttore d'orchestra, compositore e pianista italiano. L'artista è scomparso all'età di 48 anni, il 14 maggio 2020, a causa dell'aggravarsi della patologia neurodegenerativa di cui soffriva dal 2011. Nel 2021 avrebbe compiuto 50 anni e ancora oggi, a un anno di distanza dalla sua morte, la sua eredità – musicale e spirituale – è più viva che mai.

L’infanzia e l’adolescenza a Torino

Nato a Torino, ha trascorso la sua infanzia e adolescenza nel capoluogo piemontese. In Borgo San Donato la famiglia Bosso era «la sola piemontese di tutto il caseggiato». La passione per la musica è esplosa a quattro anni grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. L'incontro con Oscar Giammarinaro in conservatorio lo ha portato a suonare con gli Statuto con il nome d'arte di Xico. Col gruppo ha inciso l'album Vacanze

Bosso ha raccontato che durante gli anni di conservatorio ha subito i maltrattamenti verbali e fisici da parte di un docente. Un giorno un uomo, entrato in classe, gli chiese di ripetere un esercizio musicale e, ascoltatolo, disse al maestro: «A me sembra molto bravo. Perché grida?». Quell'uomo era John Cage. A lui, Bosso ha dedicato il brano Dreaming in tears in a crystal cage.

Il suo esordio come musicista solista è avvenuto in Francia, all'età di 16 anni: da quel momento Ezio Bosso ha iniziato a girare per le orchestre europee.

La formazione a Vienna

L'incontro con Ludwig Streicher ha segnato la svolta della sua carriera artistica: è stato il maestro a indirizzarlo verso gli studi di Composizione e Direzione d'Orchestra all'Accademia di Vienna. Durante la sua formazione collabora con diverse orchestre europee tra cui Chamber Orchestra of Europe, Festival Strings Lüzern, Deutsche Kammer-Virtuosen.

La carriera come solista

La sua carriera come solista e direttore d'orchestra ha toccato il suo apice negli anni Novanta. Ezio Bosso ha partecipato a numerosi eventi musicali di fama internazionale come la Royal Festival Hall, il Southbank Centre, la Sydney Opera House, il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, il Teatro Colón di Buenos Aires, la Carnegie Hall, il Teatro Regio di Torino, la Houston Symphony, l'Auditorium Parco della Musica di Roma. In queste occasioni si è esibito come solista, direttore d'orchestra o in formazioni da concerto da camera. Inoltre, ha tenuto corsi in Giappone e a Parigi.

La carriera come direttore d'orchestra

Ezio Bosso ha vestito i panni del direttore d'orchestra dirigendo la London Symphony, la London Strings, l'Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Filarmonica '900 e l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l'Orchestra Sinfonica Siciliana, l'Orchestra da Camera di Mantova, l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l'Orchestra Filarmonica della Fenice di Venezia. Dal 1º ottobre 2017 al 14 giugno 2018 è stato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

Il Maestro Bosso e il valore sociale della musica classica h2

Il grande merito di Ezio Bosso e del suo lavoro nel mondo della musica sta nell'esser riuscito ad avvicinare il grande pubblico alla musica classica. I numeri di Che storia è la musica, programma ideato dall'artista per Radio3, ne sono stati la prova. 

In un'intervista ad Artribune Bosso ha dichiarato: «Il rispetto è il motore di ogni risultato straordinario e l’amore per quello che fai. Il rispetto per la musica, ma anche il rispetto per l’altro. Il fatto di non avere una preparazione accademica, appannaggio di pochi ‒ pochissimi considerati anche quelli che la millantano ‒ non vuol dire avere un minore valore. La partitura musicale ci insegna proprio questo, tutti davanti allo spartito diventiamo piccoli e uguali, dottoroni e operai. Beethoven, Brahms, nessuno è svantaggiato, preferito, agevolato. Siamo uguali e abbiamo uguali potenzialità».

Sul perché la musica classica sia poco ascoltata, Bosso ha detto: «Di natura tutti noi andiamo alla ricerca di musica. Il problema è l’offerta. Se io vado in cerca di pomodori, ma trovo solo arance, mangerò solo arance. L’offerta deve essere vasta, libera ed educata, insomma se c’è una cosa che la musica non fa è inquinare! Abbiamo bisogno di grandi quantità di musica, e insieme di un’educazione che permetta di capirne la rilevanza». 

Le composizioni più celebri

Le composizioni più celebri di Ezio Bosso sono state utilizzate da diverse istituzioni operistiche come la Royal Opera House e il New York City Ballet. Ha scritto anche molte composizioni legate a film, lavorando con Gabriele Salvatores per cui compose la colonna sonora di Io non ho paura, Quo vadis, baby? e del più recente Il ragazzo invisibile. The 12th Room è il titolo del suo primo disco da solista: è uscito il 30 ottobre 2015. Si è anche esibito a Sanremo 2016, suonando Following a bird, un brano estratto dall'album.

Gli anni della malattia

  Nel 2011 Ezio Bosso ha subito un intervento che gli ha asportato un tumore al cervello. In quello stesso anno è stato colpito da una sindrome autoimmune neuropatica. Inizialmente, questi eventi non gli hanno impedito di suonare, comporre e dirigere. Ma la malattia neurodegenerativa non gli ha lasciato scampo: le sue condizioni sono peggiorate sempre di più, tanto che in una fase iniziale i media parlarono erroneamente di Sla. 

Nel 2019 Bosso ha dovuto interrompere la sua attività di pianista a causa dell'uso ormai compromesso delle sue mani. Allo stesso tempo non ha mai considerato la sua malattia come una ragione per suscitare pietà. «Devo combattere tutta la mia vita, a volte le cose ti succedono quando sei pronto. Lotto per questo: io non sono questo – indicando la sua sedia a rotelle – io non sono una cosa da compatire o da idolatrare. Mi dedico alla musica e vado criticato come tale», ha dichiarato in una delle interviste sulla sua malattia.

Il rapporto con la moglie

Ezio Bosso è stato legato ad Anna Maria. La compagna ha condiviso 14 anni della sua vita e questa vicinanza li ha portati ad essere molto vicini finché il legame privato si è esteso anche alla vita professionale. Infatti, Anna Maria è stata anche la sua assistente personale.

Da sempre molto riservato, Bosso ha parlato in pochissime occasioni di lei. Sulle pagine di Vanity Fair, nel 2016, Bosso aveva raccontato che il dolore più grande lo ha provato quando Anna Maria ha saputo della malattia: all'epoca i due si erano già lasciati «per mantenere l’amore». Ma nonostante il dolore della scoperta, i due hanno tenuto le proprie strade vicine.

Le sue frasi più celebri

Ezio Bosso ha sintetizzato la sua filosofia sulla musica, sulla vita e sul suo approccio alla malattia in molte, bellissime dichiarazioni. Qui abbiamo raccolto le sua cinque frasi più famose.

«La musica mi ha dato il dono dell'ubiquità: la musica che ho scritto è a Londra e io sono qui». 

«La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi».

«La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto "evaporo". Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro».

«Non ti so dire se sono felice, ma posso dirti che tengo stretti i momenti di felicità».

«Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono».

 

Stefania Leo