Kurt Cobain, carriera e vita privata tra droga e Nirvana

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Dagli esordi fino al successo, biografia a carriera di Kurt Cobain, voce del male di vivere della 'Generazione X'.

Musicista tormentato, Kurt Cobain raggiunse il successo planetario con i suoi Nirvana nel 1991, grazie all’album Nevermind, che conteneva pietre miliari del rock come Smells Like Teen Spirit e Come As You Are. Dipendente dall’eroina e stritolato dalla fama, Cobain si tolse la vita tre anni dopo, appena 27enne: le cose da sapere sul “portavoce” della Generazione X.

L’infanzia

Kurt Cobain nasce il 20 febbraio 1967 ad Aberdeen, nello Stato di Washington. Bambino iperattivo con una grande passione per la musica, a otto anni vive il divorzio dei genitori: un evento traumatico a causa del quale si chiude in sé stesso e che lo porterà ad avere pessimi rapporti sia con il padre che con la madre. Durante l’adolescenza si interessa all’arte, Kurt Cobain sperimenta le prime droghe e impara a suonare la chitarra. Per i suoi 14 anni, ne riceve infatti una elettrica in regalo dalla zia Mary, insieme a un amplificatore: pur ambidestro, sceglie di suonarla da mancino. Poco dopo inizia a scrivere le sue prime canzoni.

Dai Fecal Matter ai Nirvana

Il 1985 è un anno difficile, che però si rivelerà importante per Kurt Cobain: dopo una serie di risultati negativi lascia la scuola e, non intenzionato a trovare lavoro, viene messo alla porta dalla madre. Per diversi mesi vive a casa di un amico (e non sotto a un ponte, come vuole la leggenda): è in questo periodo che, insieme al futuro batterista dei Melvins Dale Crover, fonda i Fecal Matter, con cui registra la demo Illiteracy Will Prevail. Dopo lo scioglimento del gruppo, Cobain fa circolare la demo hardcore punk tra i suoi amici. Ne rimane particolarmente colpito il bassista Krist Novoselic, con cui fonda una band che cambierà più volte nome fino a Nirvana, assunto nel 1987, anno in cui ai due si unisce il batterista Chad Channing.

Il successo mondiale

I Nirvana pubblicano il primo singolo nel 1988: Love Buzz, cover dell’omonimo brano degli Shocking Blue. Il 15 giugno 1989, esce l’album d’esordio Bleach, fortemente influenzato dalle sonorità dei  Melvins (la band preferita di Kurt Cobain). Poco dopo, con Dave Grohl in sostituzione di Channing alla batteria, i Nirvana registrano l’album con cui raggiungono il successo non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo: Nevermind, trascinato dal singolo Smells Like Teen Spirit, che trasmesso in alta rotazione da MTV diventa un vero e proprio inno generazionale. L’11 gennaio 1992, il secondo disco della band scalza addirittura Dangerous di Michael Jackson dalla vetta della classifica di Billboard. Nello stesso anno, i Nirvana pubblicano la raccolta di rarità e lato B Incesticide. Nel 1993 arrivano poi il terzo lavoro in studio, In Utero, e l’esibizione a MTV Unplugged, da cui sarà tratto un album postumo.

La tossicodipendenza e il suicidio

Afflitto da bronchite cronica, dolori allo stomaco e probabilmente da disturbo bipolare, deluso dalla medicina Kurt Cobain inizia ad assumere eroina nel 1989, sviluppando una rapida dipendenza. Tenta di disintossicarsi nel 1992, ma stressato dall’attenzione dei media e dalle aspettative del pubblico, poco dopo ha una ricaduta. Va in overdose una prima volta nel 1993: con un’iniezione di naxolone, lo salva la moglie Courtney Love. Ed è sempre lei che, la mattina del 4 marzo 1994, lo trova privo di coscienza nella stanza dell’hotel a Roma, dove i Nirvana stanno soggiornando in tour. Poco dopo, Cobain inizia a seguire un programma di riabilitazione in un centro specializzato, da cui però si allontana quasi immediatamente: l'8 aprile 1994 viene trovato morto nella sua casa di Seattle, ucciso da un colpo di fucile.

La lettera d’addio

Prima di suicidarsi, Kurt Cobain scrive una lettera d’addio, indirizzata all'amico immaginario della sua infanzia, Boddah. Al suo interno esprime il malessere nei confronti della popolarità e cita Neil Young con la celebre frase «It's better to burn out than to fade away» («È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente»), a lui erroneamente attribuita ma in realtà parte del testo di Hey Hey, My My (Out of the Blue). C’è anche un pensiero per la moglie Courtney Love (cantante delle Hole, sposata nel 1992) e la figlia Frances Bean, di nemmeno due anni: «Frances e Courtney, io sarò al vostro altare. Ti prego Courtney continua ad andare avanti, per Frances. Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me. Vi amo». Appena arriva la notizia del suicidio di Cobain (che per una tragica coincidenza si aggiunge al cosiddetto Club 27), Novoselic e Grohl annunciano lo scioglimento dei Nirvana.

Impatto culturale

Pochi anni di attività e soli tre album in studio. Ma l’impatto dei Nirvana di Kurt Cobain nella storia della musica è, in senso positivo, devastante. Per la prima volta l’alternative spazza via il mainstream: Smells Like Teen Spirit diventa l’inno della Generazione X e il manifesto del grunge Nevermind (che vende 30 milioni di copie) piazza Seattle sulla cartina del rock, dando visibilità a un genere nato e prodotto principalmente nello Stato di Washington, influenzando numerose band negli anni a venire. L’impatto di Kurt Cobain risulta poi evidente nella moda, tra jeans strappati, maglioni oversize, camicie di flanella e Converse ai piedi, il leader dei Nirvana si affermerà come icona di stile suo malgrado. Diventato un vero e proprio “brand”, a 27 anni dalla morte, il volto di Cobain campeggia ancora oggi sulle t-shirt indossate dai giovani di tutto il mondo.

 

Matteo Innocenti