Le 10 copertine di dischi più famose di sempre

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Da Abbey Road dei Beatles a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, fino a London Calling dei Clash, le storie delle cover più iconiche della storia della musica.

Le musicassette e i compact disc, nel corso dei decenni, hanno fatto passare in secondo piano l’importanza delle copertine degli album. L’avvento di Internet, con la diffusione di mp3 e la proliferazione di piattaforme musicali, avrebbero potuto farle dimenticare del tutto. E invece, il vinile sta vivendo una seconda giovinezza: ecco le dieci copertine di dischi più famose di sempre.

1. Abbey Road – The Beatles

L'undicesimo album dei Beatles contiene Come Together, Something e Octopus’s Garden. Ma è sicuramente più celebre per la copertina che per le canzoni: i Fab Four che attraversano la strada, Abbey Road appunto, lungo le strisce pedonali. Autore dell’iconico scatto Iain Macmillan, che immortalò i Beatles attorno a mezzogiorno dell'8 agosto 1969: la copertina ha contributo massicciamente alla leggenda che vuole Paul McCartney morto e sostituito da un sosia. Il bassista dei Beatles l'unico scalzo e fuori passo rispetto agli altri; dietro a lui George Harrison vestito in jeans, come un becchino; davanti Ringo Starr completamente vestito di nero (da impresario delle onoranze funebri) e in testa John Lennon, in bianco come un sacerdote. E poi la targa “28IF” del maggiolino parcheggiato sulla sinistra, che indicherebbe l’età del “vero” Paul, se non fosse già morto. Quella di Abbey Road è anche l’unica copertina della band di Liverpool in cui non compare né il titolo dell’album, né il nome del gruppo. Sempre a proposito di Beatles, menzione d’onore per Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e la sua celebre copertina con ben 88 personaggi raffigurati.

2. Nevermind – Nirvana

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Pubblicato nel 1991, Nevermind fu il secondo album in studio dei Nirvana e regalò notorietà mondiale alla band capitanata da Kurt Cobain. Celeberrima la copertina, con un neonato nudo in piscina, intento a nuotare verso una banconota una banconota da un dollaro appesa a un amo (aggiunta in realtà in post-produzione). Inizialmente, l’idea era di censurare i genitali del bambino nella foto. Poi la band decise di non intervenire: nel trentesimo anniversario della pubblicazione, Spencer Elden (il piccolo fotografato all'età di 4 mesi) ha intentato una causa da 150 mila dollari di danni contro le persone coinvolte nella realizzazione della copertina, sostenendo che potesse essere considerata un contenuto pedopornografico e che la sua immagine fosse stata sfruttata sessualmente.

3. Aladdin Sane – David Bowie

Nemmeno Aladdin Sane (storpiatura di "A Lad Insane", ovvero "un ragazzo pazzo”) è l’album migliore di David Bowie, ma quanto a celebrità della copertina supera persino Heroes: il cantante a torso nudo, con gli occhi chiusi, i capelli rossi e il volto diviso in due da una saetta rossa e blu mentre una lacrima gli scivola lungo la clavicola. L’album con “la Monna Lisa delle copertine dei dischi", come fu definita in seguito, uscì pochi mesi prima dell’addio di Bowie al suo alter ego Ziggy Stardust, ritratto in copertina, che fece “morire” sul palco dell'ultimo concerto dell'Aladdin Sane Tour all’Hammersmith Odeon di Londra, il 3 luglio 1973. Poco dopo sarebbe nato un altro alter ego: The Thin White Duke.

4. Sticky Fingers - Rolling Stones

Una copertina realizzata da Andy Warhol per i Rolling Stones: le possibilità che fosse iconica erano altissime e così è stato. La cover di Sticky Fingers è semplice ma d’effetto: un paio di jeans con evidente rigonfiamento all'altezza dei genitali (nella versione LP aveva persino la cerniera apribile). A scattare la foto fu Billy Name, mentre a indossare i jeans non fu come in tanti pensano il frontman Mick Jagger, bensì Joe Dallesandro, attore dei film realizzati da Warhol.

5. The Freewheelin' Bob Dylan - Bob Dylan

Semplice, tenera, vera, iconica. È la copertina di The Freewheelin' Bob Dylan, pubblicato nel 1963 dal
cantautore di Duluth, che lo ritrae mentre passeggia tenendo a braccetto Suze Rotolo, la sua fidanzata dell’epoca, lungo una strada innevata. La foto fu scattata all’angolo tra Jones Street e la West 4th Street nel Greenwich Village, a New York, non lontano da dove viveva la coppia.

6. Led Zeppelin I - Led Zeppelin

Può una tragedia trasformarsi in un’iconica copertina? Certamente. La dimostrazione è Led Zeppelin I, che ritrae un fotogramma della ripresa del disastro del dirigibile LZ 129 Hindenburg, avvenuto il 6 maggio 1937 e costato la vita a 35 delle 97 persone a bordo. D’altra parte, lo stesso nome della band è ispirato proprio al dirigibile Zeppelin, sviluppato in Germania all’inizio del Novecento. Le prime recensioni furono piuttosto negative, per poi migliorare nel corso del tempo: oggi l’album è considerato una pietra miliare dell’hard rock.

7. London Calling - The Clash

Famosissima la canzone che dà il titolo all’album, così come la copertina del disco. Che, in realtà, è una citazione diretta del primo album omonimo di Elvis Presley del 1956. La foto sbiadita, scattata per caso, fuori fuoco e in bianco e nero, mostra Paul Simonon che distrugge il suo basso e fu scattata da Pennie Smith, durante un concerto al Palladium di New York. E non fu studiata, anzi: a seconda delle versioni Simonon spaccò il suo Fender Precision perché era arrabbiato: a seconda dalle versione, dopo aver incespicato nel cavo che lo collegava all’amplificatore oppure per la frustrazione di esibirsi davanti a un pubblico poco entusiasta.

8. Born in the U.S.A - Bruce Springsteen

Jeans sulla copertina di un album: Rolling Stones per l’immagine frontale e Bruce Springsteen per il lato B. Livello di iconicità? Esattamente la stessa. La copertina dell’album Born in the U.S.A, scattata da Annie Leibowitz, ritrae il Boss di schiena, con blue jeans, maglietta bianca e berretto da baseball in tasca. Sullo sfondo, le strisce della bandiera statunitense. Era il 1984 e per Springsteen si trattava del settimo album in studio. Scherzerà in seguito: “Abbiamo scattato un sacco di foto diverse. Alla fine, la foto del mio culo ci è sembrata migliore della foto della mia faccia”.

9. The Velvet Underground & Nico

Ecco un’altra copertina firmata da Andy Warhol, regolarmente inserita tra le più famose di sempre. Famosa, nella sua semplicità: una banana su sfondo bianco. Senza nessuna indicazione degli artisti che l’avevano pubblicato, The Velvet Underground (la band di Lou Reed) e la cantante tedesca Nico. Ma solo la firma di Warhol: le prime copie del disco, lanciato nel 1967, invitavano chi la guardava a "sbucciare lentamente e vedere": togliendo un adesivo si poteva infatti vedere una banana rosa shocking, chiara allusione al membro maschile.

10. The Dark Side of the Moon – Pink Floyd

La copertina più famosa di una band famosissima: la cover di The Dark Side of the Moon (che è un concept album), pubblicato nel 1973, presenta la scomposizione dei colori da una luce bianca che entra in un prisma. Con un errore: nel prisma della copertina i colori sono sei e non sette, visto che manca l’indaco, in quanto lo studio grafico che curò il progetto perché lo riteneva troppo simile al viola. Il prisma, sembra, voleva rappresentare tre elementi: l’illuminazione dei concerti dei Pink Floyd, i testi delle canzoni e la volontà di Richard Wright di un progetto “semplice ma audace”.

Matteo Innocenti