Tonino Guerra: ritratto del più famoso poeta del grande schermo

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Il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna, nasceva il grande sceneggiatore, poeta e scrittore Tonino Guerra scomparso all’età di 92 anni nel suo paese natale.

Ricordato dai più giovani per lo spot pubblicitario di una nota catena di elettrodomestici, Tonino Guerra in passato è stato uno degli sceneggiatori italiani più conosciuti al mondo.

Tra le sue collaborazioni ricordiamo quelle con importanti registi come: Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, i fratelli Taviani, Vittorio De Sica, Mario Monicelli.

Quella di Tonino Guerra, non è stata solo una vita di successi e soddisfazioni. Nel 1943, quando era ancora maestro elementare, fu deportato nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania dove riuscì anche a comporre diverse poesie in dialetto romagnolo.

Dopo la prigionia e la fine della guerra, nel 1946 si laureò in Pedagogia a Urbino con una sperimentale tesi orale. La sua prima pubblicazione poetica, dal titolo I scarabócc (Gli scarabocchi, in dialetto romagnolo) risale proprio al 1946 mentre la prima pubblicazione in prosa, al 1952 con il romanzo “La storia di Fortunato”.

Fu solo nel 1953 che Tonino Guerra, trasferitosi a Roma, iniziò la sua fortunata carriera di sceneggiatore che lo portò anche a una nomination all’Oscar nel 1967 per il film Blow-Up di Michelangelo Antonioni.

La sconfinata passione per la sua terra (la Romagna) gli è anche valsa la cittadinanza onoraria a Pennabilli, nel Montefeltro dove si trasferì nel 1989.

Tra le altre opere letterarie ricordiamo: "Dopo i leoni" (1956), "I cento uccelli" (1974), "Il polverone" (1978), "L'aquilone. Una favola senza tempo" (1982), "La capanna" (1985), "Il libro delle chiese abbandonate" (1988) e l’ultima "Polvere di sole" del 2012.

Mentre tra i film di cui fu sceneggiatore ricordiamo: "L’avventura" di M. Antonioni (1960), "L’eclisse" di M. Antonioni (1962), "Matrimonio all’italiana" di V. De Sica (1964), "I girasoli" di V. De Sica (1970), "Bianco, rosso e…" di A. Lattuada (1972), "Amarcord" di F. Fellini (1973), "Caro Michele" di M. Monicelli (1976) per finire con "La polvere del tempo" di Theodoros Angelopoulos del 2008.

Una vita dedicata all’arte delle parole che rimarranno per sempre incise nel tempo e nei film che hanno fatto la storia.