Back to school: le tappe della ripartenza e le linee guida per gli studenti

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Nuovo anno scolastico: date, norme di sicurezza e tutti i nodi che ancora non sono stati risolti.

Manca ormai pochissimo alla riapertura delle scuole, fissata al 14 settembre, ma i nodi da sciogliere in vista del ritorno sui banchi sono tanti. In questi giorni il governo, in accordo con le Regioni, sta tentando di sbrogliare la matassa per garantire la massima sicurezza ad alunni, personale e sicurezza in un periodo in cui i contagi da coronavirus sono tornati a salire e in cui si teme che lo spostamento delle persone per raggiungere le scuole possa farli ulteriormente innalzare.

La chiusura delle scuole per lo scoppio dell’emergenza è stato infatti il primo provvedimento d’impatto adottato dal governo, e le lezioni sono rimaste congelate, di fatto, a marzo. La ripresa deve dunque essere regolata con attenzione, e il Ministero della Salute ha avviato un confronto insieme con quello dell’Istruzione e quello dei Trasporti - i mezzi pubblici sono un altro nodo da sciogliere - per stabilire le linee guida.

Quando riaprono le scuole

A oggi quello che pare certo è che le scuole riapriranno lunedì 14 settembre nella stragrande maggioranza delle regioni. Fanno eccezione Alto Adige (7 settembre), Friuli Venezia Giulia (16 settembre) e Sardegna, dove il governatore Solinas ha rimandato l’apertura al 22 settembre.

Scuole e coronavirus: aule, banchi e spazi al centro del dibattito

L’altro aspetto su cui si stanno concentrando governo, Regioni, Comuni e dirigenti scolastici è quello dell’assetto degli istituti. La necessità di garantire la distanza di sicurezza tra alunni e personale è infatti al primo posto nella scala di priorità, il che si traduce necessariamente in una riorganizzazione degli spazi.

Molte scuole si stanno organizzando per effettuare lavori edili sfruttando i finanziamenti governativi e, dove sono presenti, regionali, altre stanno ricavando spazi all’esterno per tenere lezioni all’aperto, ma stando all’Associazione Nazionale Presidi sono circa 20mila le aule che dovranno essere allestite in spazi alternativi agli istituti, e 400mila gli studenti coinvolti in questa trasformazione.

Anche i banchi sono stati oggetto di dibattito: inizialmente si è parecchio discusso degli ormai famosi “banchi con le ruote”, citati dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, e dell’acquisto di banchi monoposto. Lo scorso 12 agosto il commissario straordinario per l’emergenza da coronavirus, Domenico Arcuri, ha confermato che erano stati firmati 11 contratti con altrettante aziende per la consegna di 2 milioni di banchi tradizionali e di 435mila “innovativi”, la cui consegna dovrebbe essere già iniziata, proseguendo sino a ottobre.

Scuole, cambio dell’orario di ingresso e temperatura

Tra gli altri provvedimenti al vaglio del ministero di Azzolina, anche quello di scaglionare gli orari di ingresso per evitare assembramenti.

Scuole, cambia l’orario di apertura?

A oggi pare che gli alunni - e genitori che eventualmente li accompagnano - potranno arrivare alle scuole in orari differenziati, ma la conseguenza potrebbe essere che per alcuni studenti il monte ore totale diminuirebbe. L’organizzazione pratica di questo provvedimento, insomma, è complessa, e molto viene demandato ai dirigenti scolastici, che si ritrovano a dover mettere a punto piani specifici a poche settimane dalla ripresa delle lezioni.

Scuole, ipotesi misurazione temperatura all’ingresso

Ugualmente dibattuta è la questione della misurazione della temperatura all’ingresso: difficile applicare la misura senza personale dedicato e senza un’organizzazione stringente, e Azzolina ha già chiarito che non è al momento prevista, suggerendo che i genitori se ne occupino autonomamente tra le mura di casa. La palla, però, anche in questo caso viene rimandata ai dirigenti scolastici, che potranno decidere se imporre la misurazione della temperatura all’ingresso.

Scuole e mascherine, c'è l'obbligo?

A oggi ancora non è chiaro come la mascherina dovrà essere utilizzata a scuola. Le ultime indiscrezioni suggeriscono che gli studenti dovranno indossarla sino a quando non raggiungeranno il banco (a debita distanza dai compagni) e potranno toglierla.

Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Angelo Miozzo, ha chiarito che non c'è "nulla di granitico" sulle mascherine, e che molto dipenderà dall’andamento dei contagi: “Se schizza verso l'alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese ma siamo convinti questo non succederà”. La Protezione Civile fornirà circa 10 milioni di mascherine alle scuole.

Mascherine a scuola: le ultime indicazioni ufficiali

Pare certo, però, che le mascherine dovranno essere indossate all’ingresso e sino alla classe, percorso in cui la distanza potrebbe non venire rispettata, oltre che in tutti gli ambienti “comuni”, durante l’intervallo e per andare in bagno o raggiungere la mensa.

Mascherine a scuola: le ipotesi su cui si sta ragionando

L’Oms ha comunque diffuso linee guida specificando che la mascherina andrebbe indossata, in condizioni di salute normali, solo quando la distanza non può essere rispettata.

Per gli insegnanti, invece, il Cts ha suggerito mascherine chirurgiche o trasparenti per consentire agli studenti di vedere la bocca e l’espressione del viso, mascherine che potranno essere tolte durante la lezione a patto che resti alla cattedra, ad almeno due metri di distanza dal primo banco.

Test sierologici per il personale

Il governo ha anche avviato, dal 24 agosto, una campagna di test sierologici (per la ricerca di anticorpi specifici) gratuiti per il personale scolastico. Alle Regioni sono stati consegnati i kit, e le Asl e i medici di famiglia si stanno attrezzando per avviare i test, ma il problema principale risiede nel fatto che sono poche le persone che hanno deciso di effettuare volontariamente il test, e che i medici di famiglia disposti a effettuarli sono pochi

Scuole, il nodo del personale docente

Un altro problema riguarda il personale docente: insegnanti over 65 rientrano nella fascia a rischio per quanto riguarda il contagio da coronavirus, e molti professionisti stanno di fatto defilandosi in assenza di garanzie sulla sicurezza. Il che significa che in molti casi l’anno scolastico potrebbe iniziare con supplenti.

Azzolina ha comunque annunciato che le classi più numerose verranno ridotte per diminuire il numero di alunni presenti, con conseguente necessità di aumentare il personale: si parla di 50mila operatori in più.

Molti insegnanti over 60 o con patologie, e dunque più a rischio quando si tratta di contagio da coronavirus, hanno chiesto a gran voce che venga tutelata la salute con test serrati e precauzioni. Nel frattempo il governo ha firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti.

Sono intanto pronti, potenzialmente, 9mila infermieri a disposizione per ogni sede centrale scolastica per fungere da “raccordo” tra il mondo scolastico e quello sanitario. La proposta arriva dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che ha assicurato massima collaborazione.

Scuole, individuati i referenti scolastici

Il ministero ha inoltre stabilito che ogni scuola dovrà avere un referente scolastico per la gestione dell’emergenza covid-19, un operatore incaricato di tenere i contatti con la Asl, informare e verificare il rispetto delle norme e delle misure di prevenzione.

Questo ruolo dovrebbe essere ricoperto dal dirigente scolastico, ma potrà anche essere scelta un’altra persona, a patto che venga formata adeguatamente.

Didattica a distanza e Immuni

Nelle linee guida per l’insegnamento, la didattica a distanza (utilizzata universalmente durante il lockdown) è prevista «in modo complementare e integrato» soltanto per le scuole superiori, mentre per quelle di grado inferiore dovrà essere usato solo in caso di nuova chiusura integrale.

Il Ministero ha inoltre raccomando che insegnanti, personale Ata e studenti dai 14 anni in su scarichino e utilizzino l’app Immuni per il tracciamento.

Scuole, cosa succede se si hanno sintomi o si è positivi

Il protocollo su come comportarsi in caso di soggetti con sintomi da covid-19 prevede che, nel caso in cui i sintomi si manifestino a casa, alunno o operatore devono restare a casa e la situazione va segnalata sia al medico di famiglia sia alla scuola. Nel caso in cui accada a scuola, i docenti avvisano i genitori mentre lo studente viene isolato in una stanza con misurazione della temperatura e una persona a monitorarlo e assisterlo. Lo studente verrà dunque trasferito a casa per avviare la procedura, che in caso di docente o personale viene avviata autonomamente.

I sintomi individuati come sospetti sono: temperatura corporea superiore a 37,5 °C, febbre, tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea/vomito, diarrea), faringodinia, dispnea, mialgie, rinorrea/congestione nasale; sintomi più comuni nella popolazione generale: febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia, diarrea.

Nel caso in cui un soggetto risultasse positivo, il protocollo prevede che sia sanificata la scuola e che l’Asl provveda a fare la ricerca dei contatti della persona positiva al coronavirus. I contatti stretti della persona positiva saranno messi in quarantena per 14 giorni, ma ancora non è chiaro se si parla dell’intera classe. E neppure se la scuola dovrebbe essere chiusa: le situazioni verranno valutate dalla Asl caso per caso.

Scuole, riapertura ed elezioni

Un altro punto di dibattito acceso riguarda la quasi concomitanza della riapertura delle scuole con le elezioni regionali fissate in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia e con il referendum amministrativo. 

Le scuole riapriranno dunque il 14 settembre, ma resteranno chiuse sicuramente lunedì 21, visto che il voto è previsto per domenica 20 e lunedì 21 settembre. Martedì si terrà lo scrutinio, e non è escluso che sia necessario un altro giorno di chiusura per la santificazione. Molti governatori di Regione e diversi esperti hanno dunque chiesto che le scuole vengano riaperte solo dopo le elezioni, guadagnando così anche qualche giorno in più per i preparativi.

Andrea Barsanti