Perché alcuni animali attaccano l'uomo?

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La convivenza tra animali e uomini è ogni giorno più difficile. I grandi predatori, che iniziano ad essere sempre meno, attaccano più frequentemente l'uomo.

In Tanzania, per esempio, negli ultimi venti anni gli attacchi sono aumentati del 300% e sono state sbranate dai leoni circa 600 persone, Anche in India, il numero delle tigri è notevolmente diminuito, ma ogni anno perdono la vita circa 100 agricoltori.

I predatori più numerosi in Africa sono i coccodrilli e sono diventati molto più pericolosi negli ultimi anni. Nei territori del nord Africa, dove la popolazione frequenta i fiumi per pescare o per lavare indumenti, gli attacchi sono quasi giornalieri.

L'uomo è vittima spesso anche di un pericoloso predatore del mare, lo squalo. Pur non essendo le loro prede naturali, ogni anno vengono attaccate dagli squali in media 75 persone e si registrano circa tre casi mortali. Tra le cause di questo fenomeno c'è di certo il turismo sempre più in espansione in zone prima meno frequentate.

L'uomo desideroso di stare a stretto contatto con la natura, spesso invade i territori dei predatori senza riflettere sui pericoli. Un altro fattore da considerare per spiegare l'eccessiva ferocia di certi animali è il Must. Si tratta di una sorta di tempesta di ormoni, testosteroni, per cui gli animali si eccitano diventando molto più aggressivi.

L'uomo sbaglia anche nel rapportarsi ad alcune specie animali come fossero animali da compagnia da tenere liberi in casa. Il serpente per esempio, seppur considerato sempre più spesso un animale domestico, può essere molto pericoloso e, se importunato, attacca e provoca la morte in pochissimo tempo.

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