I moti rivoluzionari degli anni '60 hanno influenzato la Mostra del cinema di Venezia?

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Gli anni 60 hanno influenzato notevolmente il Festival del cinema di Venezia: la mostra si trovava in una fase di transizione ed espansione, con l’obiettivo primario di diventare sempre più un evento di richiamo internazionale.

In particolare, la 21esima edizione del 1960 viene ricordata come la più contestata in assoluto: la straordinaria pellicola “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti viene sconfitta dalla produzione del francese André Cayatte “Il passaggio del Reno”; la premiazione e la proiezione del film sono continuamente interrotte da fischi e grandi polemiche a causa del mancato riconoscimento al capolavoro del regista italiano.

Nel 1963 il nuovo direttore della mostra è Luigi Chiarini: durante la sua direzione (che durò fino al 1968) le qualità artistiche ed estetiche delle pellicole in concorso furono gli unici strumenti di giudizio, lontani dalla commercializzazione dell’industria del cinema, dalle pressioni politiche e dalla mondanità.

I moti rivoluzionari del ’68, con le loro agitazioni politiche e sociali, ebbero sicuramente una certa influenza sulla Biennale di Venezia, al tempo ancora retta dallo statuto fascista, e quindi in netto contrasto con i moti sessantottini. Le conseguenze di questi anni furono il ritorno alla non-competitività della prima edizione dal 1969 al 1979: per ovviare alla mancanza di assegnazione di premi nacquero nuove sezioni e categorie, fondamentali per ampliare l’offerta della mostra e rendere il festival sempre più appetibile anche all’estero.