Perché si dice "accidenti a Pio Nono"?
Dire oggi «Accidenti a Pio Nono!» è un modo di dire che, senza volerlo, racconta un pezzo importante della nostra storia: un’esclamazione nata da un malumore popolare che è riuscita a sopravvivere nei secoli, trasformandosi in una curiosità linguistica dell’identità italiana.
L’espressione «Accidenti a Pio Nono!» è uno di quei modi di dire che sopravvivono al tempo, curiosi e un po’ misteriosi. Ma da dove nasce? Dietro questa bizzarra esclamazione si nasconde la storia di Papa Pio IX, il pontefice più longevo della storia, protagonista di un’epoca segnata da rivoluzioni, speranze di libertà e grandi cambiamenti per l’Italia. Nata come esclamazione popolare di protesta, riflette il malcontento del popolo verso un papa che, da simbolo di rinnovamento, divenne emblema di conservatorismo e opposizione all’Unità d’Italia. Oggi la frase ha perso ogni connotazione religiosa o politica, ma resta un modo ironico per esprimere sorpresa o contrarietà. Scopriamo allora nel dettaglio perché si dice "accidenti a Pio Nono" attraverso la vera storia del pontefice e del suo complesso significato: scorpiremo come un episodio di malumore collettivo sia diventato un modo di dire ancora vivo nel linguaggio quotidiano.
Chi era Pio IX
Per capire perché si dice "accidenti a Pio Nono" dobbiamo partire dal protagonista di questa storia. Pio IX – al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti – nacque a Senigallia nel 1792 e divenne papa nel giugno del 1846, rimanendo sul trono pontificio fino alla sua morte, avvenuta a febbraio del 1878. Il suo fu il pontificato più lungo della storia – dopo quello tradizionalmente attribuito a San Pietro - durato ben 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, che rappresentò un periodo difficilissimo, segnato da profondi sconvolgimenti politici, sociali e religiosi.
All’inizio del suo pontificato, Pio IX era considerato un papa liberale e progressista: nei primi anni infatti governò lo Stato Pontificio con una serie di riforme innovative, aprendo gradualmente alle richieste liberali della popolazione. Tra le sue iniziative più note figurano l’istituzione della Consulta di Stato (1847), la concessione di una maggiore libertà di stampa e di circolazione dei giornali, la fine di molte restrizioni per la comunità ebraica, la fondazione di casse di risparmio locali, e l’avvio dei primi progetti ferroviari nello Stato Pontificio.
Inoltre, Pio IX promosse la creazione di una Lega doganale tra gli Stati italiani, nel tentativo di favorire una forma di unione economica e politica “federale” tra le varie regioni della penisola.
Questo slancio riformatore, unito a un sincero desiderio di rinnovamento, gli fece guadagnare grande consenso tra i cittadini e tra gli ambienti liberali italiani: il popolo lo amava, tanto che in molti videro in lui una possibile guida spirituale del nascente Risorgimento italiano. Ma il sogno di un papa liberale non durò a lungo.
Dal riformatore al conservatore
Nel 1848 l’Europa intera fu attraversata da rivoluzioni e moti nazionali. Anche a Roma esplose la rivolta: la popolazione chiedeva libertà, riforme e un ruolo attivo del papa nella guerra contro l’Austria. Pio IX, però, rifiutò di benedire un conflitto contro un altro Paese cattolico, deludendo profondamente i patrioti italiani.
L’anno successivo, a seguito dell’assassinio del suo primo ministro Pellegrino Rossi – che diede il “la” alla serie di eventi che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana - il papa, non volendo scendere a patti con i rivoluzionari ma avendo capito che un'azione repressiva avrebbe potuto innescare una guerra civile, fuggì da Roma alla volta di Gaeta, nel territorio del Regno delle Due Sicilie, sotto la protezione dei Borboni.
Quando tornò, nel 1850, il suo atteggiamento era completamente cambiato: il pontefice riformatore si era trasformato in un papa intransigente e conservatore, deciso a difendere il potere temporale della Chiesa contro le spinte unitarie del Regno d’Italia. In poco tempo, il vessillo del pontefice riformista, che aveva riformato il retrogrado Stato pontificio, era stato ammainato e al suo posto sventolava la bandiera dell’autoritarismo.
Da allora, il suo nome divenne per molti un simbolo di arretratezza e resistenza al cambiamento, in un’epoca in cui il Paese lottava per la modernità e l’indipendenza.
L’origine dell’espressione “Accidenti a Pio Nono”
Proprio in questo clima di delusione e tensione nacque, secondo la tradizione popolare, l’esclamazione «Accidenti a Pio Nono!». Fu usata come sfogo, ironico e rabbioso insieme, contro il papa che, agli occhi di molti italiani dell’epoca, rappresentava un ostacolo alla libertà e all’unità nazionale.
L’espressione si diffuse soprattutto nelle regioni che avevano fatto parte dello Stato Pontificio — Lazio, Marche, Umbria e Romagna — dove il potere papale era stato più forte e dove il malcontento verso Roma era palpabile.
Nel linguaggio popolare, “Pio Nono” divenne un modo per evocare sfortuna, contrarietà o confusione e, col passare degli anni, «Accidenti a Pio Nono!» perse la sua carica politica per diventare una semplice esclamazione popolare, tramandata di generazione in generazione per significare qualcosa come “che disastro!” o “che iella!”. Oggi sopravvive soprattutto nel Centro Italia, come curiosità linguistica dal sapore antico. È uno di quei detti che, pur avendo perso il contesto originario, conserva il fascino di un’epoca in cui la lingua del popolo era lo specchio della storia.
Il peso storico di Pio IX
Nonostante la fama di pontefice conservatore, Pio IX fu un innovatore in molti ambiti, guidando importanti trasformazioni economiche, culturali e sociali. Durante il suo pontificato, infatti, promosse una significativa modernizzazione dello Stato Pontificio, favorendo la crescita del commercio e investendo in importanti opere pubbliche. Tra queste figurano il prosciugamento delle paludi di Ferrara e Ostia, l’ampliamento di porti e fari, la costruzione di viadotti e linee telegrafiche, e la realizzazione delle prime ferrovie, a partire dalla Roma–Frascati inaugurata nel 1856.
Introdusse inoltre l’uso del francobollo, migliorò il sistema carcerario e varò un nuovo codice penale. In campo educativo e culturale fondò scuole per disabili e lavoratori, potenziò l’università e promosse nuove discipline scientifiche. Fu anche mecenate delle arti e dell’archeologia, sostenendo restauri, scavi e la tutela dei monumenti romani ed etruschi. Sul piano religioso, proclamò nel 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione e rese obbligatoria la festa del Sacro Cuore di Gesù, consolidando la spiritualità cattolica del tempo.
Sul piano politico, però, il suo pontificato fu segnato da pesanti sconfitte: nel 1870, con la presa di Roma da parte delle truppe italiane, lo Stato Pontificio cessò di esistere e Pio IX si ritirò in Vaticano proclamandosi “prigioniero politico” e rifiutandosi di riconoscere il nuovo Regno d’Italia. Da quel momento, il papa divenne simbolo della resistenza clericale al potere laico — un contrasto che si rifletterà nella vita politica italiana per decenni.
Paola Greco
Foto di apertura: Adolphe Braun, Public domain, via Wikimedia Commons