La storiografia di Polibio

Genesi e struttura delle Storie

Dell'opera principale, le Storie, sono pervenuti integralmente i primi cinque libri, ampi frammenti dei libri VI-XVIII e brani meno estesi della parte restante. La composizione dei 40 libri delle Storie deve aver impegnato Polibio per molti anni e numerosi devono essere stati i ripensamenti, le modifiche e le aggiunte. Tuttavia è generalmente condivisa l'esistenza di due grandi fasi compositive: la prima fase abbraccia la composizione dei primi trenta libri, cioè il cinquantennio compreso fra la seconda guerra punica e la terza guerra di Macedonia (220-168 a.C.); nella seconda fase, lo storico prosegue la narrazione fino al 144 a.C., ampliando di altri dieci libri il progetto originale. Non sappiamo datare con certezza i tempi di composizione dell'opera né fissare il suo inizio in un momento preciso della vita di Polibio; secondo alcuni studiosi, la stesura sarebbe stata iniziata solo dopo il 146, secondo altri già dal 160 a.C.

Argomento dell'opera

Le Storie, così come si presentano a noi oggi, si aprono con alcune considerazioni, una sorta di proemio programmatico, rivolte al lettore dallo stesso Polibio, relative al metodo e al modello impiegati ed agli scopi perseguiti. L'autore, lasciandosi guidare dall'esempio di Tucidide, elogia la storia come magistra vitae e strumento privilegiato per interpretare il presente, esalta l'“utilità” (ophéleia) dello studio di eventi passati, perseguito anche a costo di una prosa noiosa e monotona; infine afferma come tutto ciò risulti possibile solo se la narrazione del passato sia una ricostruzione “di fatti” (prágmata), specialmente contemporanei e di carattere politico-militare. Segue, fino al secondo libro, un prologo in cui lo storico presenta un racconto sintetico del periodo dal 264 (anno in cui si conclude la narrazione di Timeo, autore di una Storia della Sicilia dalle origini alla prima guerra punica, di pochi anni precedente alle Storie) al 220 a.C. Dal III al V libro si collocano l'analisi e le prime riflessioni storiche sul cinquantennio (220-168) che avevano visto l'espansione di Roma nel Mediterraneo. Il VI libro tratta la celebre teoria politica delle costituzioni e in particolare di quella di Roma. Dal VII in poi l'esposizione – organizzata cronologicamente per Olimpiadi, come quella di Timeo – procede ininterrotta fino al XII libro, dedicato alla polemica con gli storici precedenti (tra cui Timeo) e a questioni di metodo storiografico. La collocazione delle due digressioni ha fatto pensare a una struttura per esadi (gruppi di sei libri), rispettata però solamente nella parte iniziale dell'opera. Un'altra importante interruzione si ha nel XXXIV libro, destinato ad un lungo excursus geografico relativo alle regioni affacciate sul Mediterraneo. L'ultimo libro, di cui non è pervenuto alcun frammento, presentava una ricapitolazione generale e una specie di sommario conclusivo dell'opera.