Agostino e i tardi prosatori latini

De civitate Dei

Agostino con l'opera La Città di Dio intendeva difendere il cristianesimo dall'accusa di essere stato la causa del sacco di Roma da parte dei visigoti nel 410, ma durante la stesura ampliò l'argomento tanto da ottenere una grandiosa trattazione della storia universale, interpretata secondo una concezione filosofica e teologica. Nei suoi 22 libri Agostino rappresenta la prima grande riflessione sui fini del processo storico, compilando una sorta di grande enciclopedia della civiltà pagana e di quella cristiana, concludendo che il paganesimo non solo non poteva portare alla felicità, né terrena né eterna, ma neppure alla giustizia. Il tema di fondo dell'opera si precisa nella distinzione tra città dell'uomo e città di Dio, nella distinzione e contrapposizione di fini: il volere dell'uomo e il volere di Dio. L'impero romano, come i grandi imperi della terra, è espressione della civitas terrena, che alla fine soccomberà di fronte al trionfo della civitas celeste; pertanto anche le sciagure subite dall'impero romano non sono altro che episodi nel percorso verso il trionfo dello spirito di Dio sulla terra.