Letteratura nell'età del pietismo e dell'illuminismo

La prosa del cuore sincero: il pietismo

Il pietismo fu un movimento religioso molto diversificato che attraversò il luteranesimo e il calvinismo, e che indirettamente contribuì in vario modo allo sviluppo della vita letteraria tedesca. La sua complessità dipese dal fatto che si distinsero un pietismo puritano inglese, un pietismo riformato, specialmente nei Paesi Bassi, e un variegato pietismo luterano in Germania e Scandinavia. Il movimento raggiunse il proprio apice tra il 1690 e il 1740, un periodo in cui conversero gli apporti delle massime personalità: da P.J. Spener ad A.H. Francke, da J.A. Bengel a N.L. von Zinzendorf. Originariamente il pietismo si qualificò come reazione forte all'ortodossia protestante, che criticava perché essa non solo riduceva il cristianesimo a un insieme di sottili questioni dottrinali, ma anche consolidava una Chiesa formalizzata in pratiche ormai prive di autentica partecipazione e di efficacia vitale. A tale andamento di cose il pietismo reagì opponendo alla Chiesa ufficiale la propria organizzazione in conventicole, ovvero in piccole Chiese dentro la Chiesa (ecclesiolae in ecclesia), tanto quale contesto particolarmente adatto alla lettura e alla meditazione della Bibbia, quanto come luogo privilegiato di riunione in vista della reciproca edificazione fraterna (collegia pietatis).

Temi caratteristici del pietismo

Conversione e rinascita sono i temi preferiti dal pietismo, che in questo modo si presenta come una continuazione fedele della Riforma, anzi come il suo ultimo perfezionamento. Tuttavia secondo la visione pietistica, la rinascita rappresenta soltanto l'inizio di un processo di crescita che certo è dovuto all'azione dello Spirito Santo, ma che non esclude affatto la piena collaborazione da parte dell'uomo, che vi si impegna con diligenza e sforzo morale. Per questa via il pietismo doveva incontrare l'opposizione dell'ortodossia luterana. In genere il pietismo, proprio per la sua accentuazione della vita cristiana pratica, accompagnata da una certa indifferenza alle norme della Chiesa e alle istanze istituzionali (scritti dottrinali riconosciuti, ministero ufficiale, magistero, differenze confessionali ecc.), ha contribuito a indebolire la consapevolezza delle appartenenze confessionali e i contenuti dogmatici dell'adesione di fede, favorendo un certo soggettivismo sulla base di particolari esperienze e illuminazioni religiose interne. Il cosiddetto pietismo radicale, rappresentato da G. Arnold e J.K. Dippel, accentuò in senso mistico queste tendenze, mentre altri tratti più apocalittici e millenaristici caratterizzano il pensiero di Bengel e di von Zinzendorf.

Esponenti principali del pietismo

Il pastore francofortese d'origine alsaziana Philipp Jacob Spener (1635-1705) svolse un ruolo essenziale nella genesi e nella diffusione del pietismo. Fu lui a riunire i fedeli perché praticassero una “fede viva” nei “collegi di pietà” (collegia pietatis), da cui il nome del movimento. Attorno alla sua figura si coagularono piccoli gruppi di meditazione della Parola di Dio, di formazione interiore nella “sincerità del cuore” e di espressione immediata del sentimento religioso nella pratica devozionale. Spener espose questo suo programma nel libello Pia desideria, ovvero Desiderio autentico di una riforma gradita a Dio della vera Chiesa evangelica (1675), che divenne una sorta di manifesto del pietismo tedesco. In questo scritto si sprona ad affrontare direttamente la lettura della Bibbia nella versione di Lutero, tralasciando gli artifici dell'interpretazione allegorica, del formalismo teologico e della disputa dottrinaria.

Il pietismo prese vigore presso l'università di Halle, soprattutto per opera di un amico e discepolo di Spener, August Hermann Francke (1663-1727). Costui diede al movimento un duplice orientamento, caritativo e pedagogico, favorendo la nascita non soltanto di istituti formativi, e quindi incidendo di riflesso sullo sviluppo della lingua e della letteratura tedesca, ma anche di scuole a carattere professionale, tracciando nel contempo il nuovo percorso di una pedagogia capace di riunire l'insegnamento e l'attività manuale. Grande influsso il gruppo di Halle esercitò sulla nobiltà della Germania settentrionale (mentre nel meridione il pietismo si diffuse soprattutto tra borghesi e contadini), favorendo quelle tendenze sentimentali e introspettive che troveranno squisita espressione nelle Confessioni di un'anima bella di Goethe.

Il conte Nikolaus Ludwig von Zinzendorf (1700-1760) si formò precisamente alla scuola di Francke. Nel 1727 fondò una “Comunità dei Fratelli” per accogliere i membri di una comunità protestante, i “fratelli moravi” i quali, per il loro rifiuto evangelicamente motivato di ogni autorità civile o religiosa, intendevano uscire dal regno di Boemia.