La drammaturgia del dopoguerra

Dal teatro totale al teatro documentario: Weiss

Di origine ebraica, nel 1934 Peter Weiss (Nowawes, Berlino, 1916 - Stoccolma 1982) emigrò con la famiglia in Inghilterra; nel 1936 si stabilì a Praga, dove studiò all'Accademia di belle arti, fuggendone nel 1939 in Svizzera e infine in Svezia, dove si dedicò in un primo tempo alla pittura. Nel 1946 divenne cittadino svedese e risiedette poi sempre a Stoccolma. L'emigrazione e il senso di non appartenenza alla patria tedesca sono al centro della sua ispirazione. Dal 1947 si dedicò alla letteratura e, per qualche anno (1953-60), alla cinematografia. Dopo alcune raccolte poetiche in lingua svedese, scrisse in tedesco il “microromanzo” L'ombra del corpo del cocchiere (Der Schatten des Körpers des Kutschers, 1960), un testo sperimentale vicino all'“école du regard”, a cui seguirono i racconti autobiografici Congedo dai genitori (Abschied von den Eltern, 1961) e Punto di fuga (Fluchtpunkt, 1962). Con la trilogia L'estetica della resistenza (Die Ästhetik des Widerstands, 1975-81) Weiss volle infine riprendere il genere del romanzo-saggio.

La produzione drammaturgica

Alla notorietà internazionale pervenne con il dramma La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici dell'ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade (Die Verfolgung und Ermordung J. P. Marats, dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes zu Charenton unter Anleitung des Herrn de Sade, 1964), ove, contaminando istanze del teatro di Brecht e di quello dell'assurdo, Weiss contrappone l'individualismo cinico di Sade all'attivismo rivoluzionario di Marat. Pur non avendo ancora fatto proprie e rielaborato drammaturgicamente le concezioni marxiste nel senso di un'estetica teatrale rivoluzionaria, come invece farà in seguito, qui Weiss si mantiene sul piano della rappresentazione storico-politica, ove però viene escluso lo spessore psicologico dei personaggi a favore del cosiddetto “teatro totale” che ricorre anche alla musica, al ballo, alla pantomima. Il successo si ripeté con L'istruttoria (Die Ermittlung, 1965), costruito in efficace crescendo drammatico su un collage di verbali di processi a criminali nazisti. Con quest'opera Weiss viene a occupare una posizione centrale entro la poetica del teatro documentario, cioè di quella forma drammatica che intende rinunciare il più possibile alle dimensioni creative e interpretative in favore di un ricorso massiccio a documenti che oggettivino sulla scena della rappresentazione i fatti storici. La preoccupazione informativa e l'intento tuttavia di non lasciare le cose come stanno ma di smuovere le coscienze a dare corso a un conseguente cambiamento nella vita sociale costituiscono dunque i binari fondamentali lungo i quali corre questa forma di teatro che proprio in Weiss trovò uno dei suoi interpreti più sicuri. Più dichiaratamente orientati in senso marxistico sono i successivi drammi: Cantata del fantoccio lusitano (Gesang vom lusitanischen Popanz, 1967), contro la politica coloniale del Portogallo; Trotzki in esilio (Trotzky im Exil, 1970), sulla figura del rivoluzionario russo fatto assassinare da Stalin; e Hölderlin (1971), tentativo di interpretare il poeta come “coscienza rivoluzionaria” dell'età classico-romantica.