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Calendario Gregoriano

È il calendario attualmente in uso nella maggior parte dei paesi industrializzati. Pur essendo un calendario solare, nella divisione in mesi e in altri particolari mantiene tracce di precedenti calendari lunari. Esso trae le sue origini dirette dal primitivo calendario di Roma, modificato con una riforma di Giulio Cesare del 46 a.C. Il calendario riformato, detto calendario giuliano, era di 12 mesi e di 365 giorni per tre anni consecutivi; ogni quattro anni era di 366 giorni. Il giorno supplementare andava aggiunto dopo il 25 febbraio, che era il sesto giorno prima delle calende di marzo (l'inizio del mese). Il giorno aggiunto era dunque il bis-sextus, cioè ripetizione del sesto, da cui il nome di anno bisestile per gli anni di 366 giorni. Nel II secolo venne usata anche la settimana, di origine ebraica, sovrapposta al ciclo annuale e mensile. L'aggiungere un giorno ogni quattro anni presupponeva che l'anno tropico (intervallo tra due successivi passaggi del Sole al primo punto di Ariete) fosse di 365,25 giorni solari, cioè un po' maggiore di quanto in realtà non sia (365,242). Il sommarsi delle frazioni eccedenti portò a un errore già avvertibile nel 730. Per tener conto della differenza, papa Gregorio XIII promulgò nel 1582 la riforma del calendario, che portò al calendario tuttora adottato. Si fece seguire a giovedì 4 ottobre 1582 il venerdì 15 ottobre e si stabilì che fossero bisestili gli anni divisibili per quattro e che degli anni terminanti con due zeri fossero bisestili solo quelli divisibili per 400.