Lessico

sm. [sec. XIV; da avviare].

1) Atto e modo dell'avviare o dell'essere avviato; messa in moto o in funzione; insieme delle operazioni necessarie per portare un motore, un impianto o un dispositivo, inizialmente non funzionante, alle sue condizioni di regime; avvio: avviamento di un motore, di un'attività commerciale; in particolare, indirizzo verso un mestiere, una professione, uno studio (anche come titolo di opere propedeutiche): scuola di avviamento; avviamento alla pittura. Fig., iniziazione; opportunità, occasione: “Non mancava altro che un'occasione, una spinta, un avviamento qualunque” (Manzoni).

2) Nel disegno e nella progettazione di una nave, la particolare impostazione data alle linee o alle superfici curve della carena in modo che non presentino spigoli o bruschi cambiamenti di cerchiatura.

3) Nell'industria grafica, l'insieme delle operazioni di controllo e preparazione della forma di stampa e di registrazione della macchina per la tiratura.

Economia

È la maggiore capacità di un'azienda a produrre redditi che, economicamente, rappresentano profitti o maggior valore attribuito al complesso dei beni di un'azienda in funzionamento rispetto a quelli di un'azienda formata ex novo. Costituiscono l'avviamento il volume di affari, la clientela, la particolare ubicazione, la conoscenza del mercato, ecc. Elemento complementare del capitale, l'avviamento appare in bilancio tra le attività, in quanto costo pluriennale da ammortizzarsi direttamente, solo quando sia stata erogata una somma a tale titolo. La legge 27 gennaio 1963 attribuisce un concreto riconoscimento giuridico ed economico all'avviamento commerciale, costituito dalla presunzione di aumento del valore di un immobile locato per l'esercizio di un'impresa.

Tecnologia

"Per il motorino elettrico di avviamento vedi il lemma del 3° volume: - disegni degli elementi principali - schema di funzionamento nei motori a combustione - schema di funzionamento nei motori asincroni." L'avviamento è sostanzialmente il regime di passaggio da velocità nulla (o dallo stato di inattività, per gli impianti) alle condizioni di regime permanente "I disegni relativi al motorino elettrico di avviamento a pag. 254 del 3° volume illustrano:- gli elementi principali di un motorino elettrico di avviamento- lo schema di funzionamento del motorino elettrico diavviamento dei motori a combustione- l’avviamento dei motori asincroni." : ciò si realizza fornendo energia al sistema mediante dispositivi di avviamento (per esempio a strappo, per motori alternativi di piccola cilindrata) oppure con l'ausilio di una sorgente d'energia estranea al motore (per esempio con un motorino elettrico, per gli autoveicoli; con un avviatore, per motori d'aviazione e turbomotori). Nei motori a scoppio a carburatore di piccola cilindrata (per motoveicoli, fuoribordo, ecc.) l'energia necessaria all'avviamento è piuttosto bassa, in quanto è sufficiente che l'albero motore compia un certo numero di giri, sollecitato da una forza esterna, perché il motore stesso cominci a funzionare regolarmente portandosi a regime. In tal caso si usa un semplice sistema di avviamento “a strappo”, possibile in quanto tali motori hanno un momento d'inerzia non elevato; questo sistema di avviamento si realizza esercitando una trazione con una funicella avvolta su un tamburo collegato al volano del motore (nei fuori- bordo) oppure con una pedivella che mette in rotazione il volano (nei motoveicoli). Il sistema di avviamento manuale mediante manovella, con la quale si fa compiere un certo numero di giri all'albero motore, tipico delle automobili fino al 1930 ca., viene usato solo per alcuni motori alternativi di piccola potenza; tra i veicoli si usa, soprattutto per i mezzi militari e speciali, come sistema di soccorso in caso di avaria al motorino di avviamento oppure alla batteria. Nei motori a scoppio a carburatore di media o grossa cilindrata che hanno momento d'inerzia elevato è necessario un dispositivo ausiliario di avviamento, di solito un piccolo motore elettrico (motorino d'avviamento), alimentato dalla batteria di accumulatori dello stesso veicolo. Per facilitare l'avviamento negli autoveicoli quando il motore è freddo si ricorre allo starter. Nei motori Diesel, l'avviamento si ottiene mediante un motorino elettrico (con potenza da 3 a 5 kW) che porta il motore a velocità tale che la temperatura dell'aria compressa, al termine della fase di compressione, risulti leggermente superiore a quella di accensione del carburante. Se la velocità è troppo bassa, le fasi di compressione si susseguono a intervalli troppo lunghi, il calore accumulato si smaltisce attraverso le pareti della camera di combustione e il carburante non si polverizza completamente a causa della bassa pressione della pompa di alimentazione, per cui non si ha l'accensione. La difficoltà di avviamento a freddo dei motori Diesel ha fatto sviluppare una serie di dispositivi che facilitino tale operazione: si utilizzano così, specie nei motori a iniezione indiretta, delle resistenze elettriche dette candelette che, alimentate per tempi di 5-10 sec., diventano incandescenti e preriscaldano l'aria aspirata nella camera di combustione, facilitando così l'accensione. Spesso questi dispositivi sono integrati da altri, posti sulla pompa d'iniezione e comandati da un termostato, che in fase d'avviamento adeguano automaticamente l'anticipo iniezione e la quantità di gasolio iniettato. Nei motori Diesel di grande potenza si utilizzano invece avviatori ad aria compressa: questa viene immessa nei cilindri attraverso una valvola che si chiude quando il motore è a regime; l'aria viene prelevata da apposite bombole; nelle locomotive Diesel i dispositivi che permettono l'avviamento dipendono, invece, dal tipo di trasmissione adottata: meccanica, idraulica o elettrica. Nei motori a turbina si usano avviatori elettrici, ad aria compressa e a cartuccia. Gli avviatori elettrici sono motori elettrici di considerevole potenza, in quanto debbono raggiungere in un tempo relativamente breve le elevate velocità di rotazione necessarie alle cospicue masse rotanti (compressori e turbine) delle unità motrici. Gli avviatori ad aria compressa, oggi ampiamente diffusi, sono invece costituiti da turbinette che, poste in rapida rotazione da aria fornita generalmente da un gruppo ausiliario, possono erogare le notevoli potenze necessarie alla messa in moto; in alcuni casi si sfrutta un getto d'aria diretto tangenzialmente sulle palettature rotanti della turbina. In particolare motori marini monocilindrici in cui viene utilizzato l'avviamento “a sigaretta”, che consiste in una barra di combustibile solido che accesa e posta in un'apposita sede riscalda la testata e agevola la messa in moto. Nei mezzi militari si utilizzano avviatori a cartuccia, dispositivi provvisti di una carica esplosiva (cartuccia, di accensione): fatta esplodere elettricamente la cartuccia, i gas prodotti dalla combustione, relativamente lenta, opportunamente convogliati, servono per porre in rotazione le turbinette di avviamento.

Tecnologia: motorino d'avviamento

Apparecchio che serve per imprimere al motore termico di un autoveicolo una velocità di rotazione iniziale sufficiente a fargli compiere regolarmente i primi cicli operativi (80-130 giri al minuto nei motori a benzina, circa 200 nei Diesel). É costituito da un comune motore elettrico a corrente continua, sul cui asse è montato un pignone che ingrana nella corona dentata di cui è munito il volano del motore; nei motorini d'avviamento più recenti è presente un riduttore epicicloidale, interposto tra motore elettrico e pignone, che permette di ridurre pesi e ingombri rispetto ai motorini d'avviamento tradizionali di pari potenza e consente di utilizzare motori elettrici più veloci (8000-10.000 giri al minuto rispetto ai 2000-3000 giri al minuto di quelli tradizionali). L'ingranamento del pignone è assicurato da un dispositivo di innesto, che può essere a inerzia, a comando meccanico o di tipo elettromagnetico. Quest'ultimo, attualmente più diffuso consta di un elettromagnete, posto sulla carcassa del motorino elettrico, che comanda lo spostamento e quindi l'ingranamento del pignone. L'inserzione del motorino d'avviamento si effettua tramite interruttore che può essere a comando manuale o elettromagnetico; quest'ultimo consta di un contattore che serve per evitare che correnti troppo intense finiscano col deteriorare i contatti. Ad avviamento avvenuto una molla richiama l'indotto in posizione di riposo e disinserisce il pignone dalla corona; se ciò non avvenisse il motore elettrico, per l'elevato rapporto di trasmissione (1/8-1/15), potrebbe essere trascinato a velocità tali da bruciare.

Tecnologia: l'avviamento dei motori elettrici

L'avviamento dei motori elettrici viene eseguito con modalità diverse in relazione al tipo di motore che deve essere avviato. Comunque il tempo di avviamento dipende dall'entità delle masse rotanti. I motori asincroni di piccola e media potenza con rotore a gabbia di scoiattolo si allacciano direttamente alla rete; la corrente assorbita all'avviamento è pari a 4-7 volte quella nominale e condiziona la scelta delle apparecchiature di comando. Quando sia necessaria la riduzione della corrente di avviamento, detta anche corrente di spunto, il motore può essere avviato a tensione ridotta: ciò comporta tuttavia una considerevole diminuzione della coppia di spunto, che è sensibilmente proporzionale al quadrato della tensione di alimentazione: l'uso di motori a doppia e tripla gabbia permette l'avviamento a tensione ridotta mantenendo la diminuzione della coppia di spunto entro limiti accettabili. Per l'avviamento dei motori asincroni a tensione ridotta vengono adottati tre sistemi: A) Avviamento con commutazione stella-triangolo in cui il motore, che funziona normalmente con le fasi collegate a triangolo, viene avviato con le fasi collegate a stella. In questo modo la tensione applicata a ogni fase è volte minore di quella corrispondente al funzionamento normale e la corrente di avviamento 3 volte minore di quella che si avrebbe con collegamento a triangolo. Quando il motore è avviato si realizza, mediante commutatore, il collegamento delle fasi a triangolo. B) Avviamento con autotrasformatore dotato di un avvolgimento a più prese, dalle quali è possibile prelevare tensioni crescenti fino alla nominale. C) Avviamento con impedenze collegate in serie alle fasi di statore, che danno luogo a cadute di tensione proporzionali alla corrente assorbita: tali impedenze vengono gradualmente diminuite e sono completamente escluse quando la corrente raggiunge il valore di funzionamento normale. L'avviamento dei motori asincroni con rotore avvolto si effettua con un reostato collegato agli anelli del rotore; ad avviamento avvenuto le resistenze del reostato vengono escluse e gli anelli sono messi in corto circuito. Nei motori a corrente continua la corrente di avviamento viene limitata mediante un reostato (reostato di avviamento) posto in serie all'avvolgimento indotto. I motori con eccitazione in serie non devono avviarsi a vuoto perché possono assumere velocità pericolose, perciò devono essere sempre collegati rigidamente (con giunti, ingranaggi o catene) agli utilizzatori. I motori sincroni si avviano con motori ausiliari di lancio, oppure sfruttando le gabbie smorzatrici per effettuare l'avviamento come motori asincroni; si può anche ricorrere all'alimentazione con un generatore sincrono del quale si aumentano gradualmente la velocità e quindi la frequenza.

Scuola di avviamento

Tipo di scuola istituita con legge 22 aprile 1932, n. 490. Succedeva alle elementari e preparava gli scolari ai vari mestieri, ai lavori agricoli e alle varie mansioni impiegatizie, suddividendosi in quattro indirizzi: agrario, industriale-artigiano, commerciale, marinaro. Titolo di accesso alla scuola era la licenza elementare o l'esame di ammissione. La stessa finalità aveva il corso secondario di avviamento professionale (della durata di un anno o di un biennio). La scuola media unica (art. 16 della legge 31 dicembre 1962, n. 1859) ha sostituito sia la scuola di avviamento sia la scuola media della riforma Bottai.

F. Perticaroli, Trazione elettrica, Milano; D. Giacosa, Motori endotermici, Milano, 1968; F. Buffoni, L'autoveicolo, Milano, 1969; E. H. Verninck, Manuale dei motori elettrici, Milano, 1982; A. Volta, L'elettromozione, Roma, 1987.

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