purificazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; da purificare]. Atto ed effetto del purificare o del purificarsi, sia in senso concreto sia in senso figurato. In particolare, in metallurgia, operazione che ha lo scopo di eliminare al massimo da un metallo le impurezze che esso contiene.

Religione

Rito per eliminare l'impurità. Il concetto d'impurità viene oggettivato variamente nelle diverse religioni e dal modo dell'oggettivazione deriva la logica del rito di purificazione: dove, per esempio, la sporcizia viene assunta a simbolo oggettivo dell'impurità, il rito di purificazione consiste essenzialmente in lavacri e abluzioni (reali o anche in forma simbolica, dato che la stessa sporcizia è simbolo). In tal modo la sporcizia si carica dell'impurità e il lavacro, eliminandola, purifica. È, in astratto, lo stesso meccanismo che governa i riti noti col nome convenzionale di “capro espiatorio”: si carica delle impurità (di una persona, di una famiglia, di una collettività, ecc.) un oggetto che quindi viene distrutto o allontanato. L'oggetto può essere un animale (tale è il capro della religione ebraica che dà il nome al rito), o anche una cosa, o persino una persona. Nel rito purificatorio che prende nome di confessione l'oggettivazione dell'impurità avviene mediante la parola che designa il peccato (causa dell'impurità stessa): quando la parola è pronunciata è come se venisse eliminata dalla persona che la pronuncia, e con la parola viene eliminato il peccato designato e la connessa impurità; l'eliminazione viene in taluni casi completata mediante un atto di espulsione (di saliva, di sangue; ma anche mediante vomito procurato con apposite pozioni). I riti di purificazione consistenti in suffumigi o diffusione di profumi seguono una logica diversa: sono quasi dei “contravveleni” che combattono l'impurità intesa come un miasma che avvelena l'aria.§ Nella liturgia cattolica, azione con la quale si rendono atte le cose o le persone a entrare in contatto con il sacro. Con il purificatoio, per esempio, il sacerdote deterge il calice prima di versarvi il vino e l'acqua, che diventeranno sangue di Cristo al momento della consacrazione. Di purificazione è pure l'atto compiuto dal sacerdote quando si lava le mani prima di toccare il pane e il vino, che diventeranno corpo e sangue di Cristo. Parallelo ma contrario alla purificazione è invece l'atto della desecratio, cioè la purificazione delle mani tutte le volte che il sacerdote ha toccato il Santissimo Sacramento, a significare il netto stacco fra l'atto cultuale compiuto e quelli della vita comune, alla quale il sacerdote ritorna.

Purificazione della Vergine

Festa cristiana celebrata il 2 febbraio: ricorda la purificazione della Vergine al Tempio, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, secondo le prescrizioni della legge mosaica. A essa si abbina la presentazione di Gesù al Tempio. La festa era già celebrata a Gerusalemme nel sec. IV; nel 534 veniva celebrata anche a Costantinopoli e nel sec. VII si diffuse in Occidente. Prima del rito il sacerdote benedice le candele, simbolo della luce della verità portata da Cristo nel mondo. Per questo motivo la festa si chiama anche Candelora.

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