scópa (gioco di carte)

sf. [sec. XIX; da scopare]. Gioco di carte d'origine italiana e tuttora tra i più popolari nella penisola. Si gioca con un mazzo regolare di carte italiane o napoletane (40 carte), ovvero con carte francesi da cui siano stati esclusi gli 8, 9, 10, tra 2 o 4 giocatori in due coppie (più raramente in 3). Distribuite una a una 3 carte a testa e scoperte 4 carte sul tavolo, il primo di mano (colui che siede alla destra del mazziere) dà inizio al gioco: se in possesso di una carta di ugual valore, potrà prendere una delle 4 carte scoperte sul tavolo, ovvero più carte la cui somma corrisponda al valore della carta in suo possesso (per esempio: con un 7 potrà prendere un 4 e un 3, e con un re, il cui valore è 10, un asso e una donna); nell'impossibilità di realizzare una presa, scarta. Dopo di lui gli altri giocatori a turno procederanno nello stesso modo. Quando con una presa il giocatore lascia sguarnito il tavolo “fa scopa”, cosa che segnalerà deponendo la carta prendente scoperta sotto il mazzo delle proprie prese. Esaurite le tre carte si procederà a identiche distribuzioni fino alla fine del mazzo. Ogni partita si conclude agli 11, ai 16 o ai 21 punti, realizzati in una successione di mani e calcolati assegnando 1 punto: a chi ha preso il maggior numero di carte; a chi ha preso almeno sei carte d'ori (o di quadri); a chi ha preso il 7 d'ori (o di quadri, sette bello); a chi ha realizzato la primiera di maggior valore; a chi “ha fatto scopa”. Della scopa esistono numerose varianti: la scopa d'assi, in cui l'asso “piglia tutto”, lo scopone, la scopa quindici in cui, distribuite 6 carte per volta anziché tre, si deve raggiungere la somma di 15 per presa (per esempio una donna con un 6, un fante con un 7, un re con un tre e un due ecc.). Anche qui, come nella scopa d'assi, con gli assi si prendono tutte le carte in tavola.

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