Definizione

sm. pl. [dal greco áchris, profondamente+archaîos, antico]. Gruppo nel quale sono riuniti microrganismi fossili prevalentemente eucarioti, unicellulari, del Precambriano e Cambriano, dotati di attività fotosintetica. I resti fossili di Acritarchi sono relativamente grandi (diametro compreso tra 10 e 3000 micrometri), hanno parete spessa, forma definita e ornamentazione data da varie strutture esterne. Solo in qualche caso gli Acritarchi sembrano dotati di un'organizzazione tipicamente procariote, vicina a quelle delle colonie attuali di cianobatteri sferici. I microfossili più antichi del gruppo degli Acritarchi sono stati ritrovati in rocce di età rifeana provenienti dagli Urali meridionali e dalla formazione di Chamberlain nel Montana (USA) e risalgono a 1,6-1,4 miliardi di anni fa. Gli Acritarchi rappresentarono i costituenti fondamentali del plancton precambriano.

Origine ed evoluzione

Le forme di vita bentoniche sono considerate, con ragionevole certezza, le più antiche forme di vita comparse sulla Terra e i loro resti sono rappresentati dalle stromatoliti, strutture sedimentarie di origine organica legate all'attività dei cianobatteri. Questi resti risalgono a più di 3 miliardi di anni fa. Ciò nonostante, è stato l'habitat planctonico, già conquistato dai procarioti circa 2 miliardi di anni fa, a fornire i maggiori stimoli evolutivi, ed è in questo habitat che apparvero e si diversificarono con notevole rapidità le prime cellule eucariote degli Acritarchi. Secondo le due ipotesi proposte, le cellule eucariote si sarebbero originate circa 1,6 miliardi di anni fa o come organismi autogenerati o come organismi simbionti (secondo quest'ultima ipotesi le prime cellule eucariote vennero costruite mediante la stretta simbiosi di più organismi procarioti). In entrambi i casi, la sopravvivenza degli eucarioti poté realizzarsi solo dopo che si stabilì un metabolismo aerobico in un ambiente ossigenato. L'habitat planctonico, ricco di ossigeno, rappresentò l'ambiente ideale per lo sviluppo e l'evoluzione degli Acritarchi. Intorno ai 900-700 milioni di anni fa questi conobbero una prima grande radiazione adattativa con un notevole aumento della varietà delle forme. Tale radiazione coincide con la fratturazione tardo precambriana dei continenti allora esistenti e la conseguente formazione di numerosi bacini marini intracontinentali con acque poco profonde. Ciò fornì indubbiamente al plancton nuove fonti di materiali nutritivi provenienti dall'attività delle vicine coste. Gli Acritarchi svilupparono nuove forme, passando dalle semplici sferule primitive a strutture poligonali, probabilmente più idrodinamiche. Intorno ai 550 milioni di anni fa, negli strati corrispondenti all'inizio del Cambriano, si osserva una nuova radiazione adattativa degli Acritarchi e compaiono gli Acritarchi spinosi, dotati di maggiore capacità di galleggiamento grazie all'esistenza di ornamentazioni complesse e notevole varietà di forme. Questa nuova radiazione può essere messa in relazione con l'eutrofizzazione delle acque legata alla glaciazione varangeriana del tardo Precambriano.

Bibliografia

A. Farinacci, Vita sulla terra, Roma, 1979; P. Arduini, G. Teruzzi, Fossili, Milano, 1986; A. Brouwer, Paleontologia generale, Milano, 1986.

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