Cambriano

agg. e sm. [sec. XIX; da Cambria]. Periodo geologico alla base dell'era paleozoica il cui nome è stato proposto da A. Sedgwick nel 1835. I terreni del Cambriano sono frequentemente trasgressivi su quelli del Precambriano e quindi il limite inferiore di questo periodo è in genere facilmente determinabile. Per contro il limite superiore, specie per quelle zone dove non sono avvenuti movimenti orogenetici, è definibile solo mediante il ricorso a criteri paleontologici, in quanto il criterio litologico è poco utilizzabile esistendo frequentemente una poco significativa transizione ai terreni del Siluriano. Il periodo cambriano viene diviso in inferiore, medio e superiore, piani che sono indicati rispettivamente anche come Georgiano, Acadiano, Postdamiano "Vedi tabella vol. V, pag. 252" , "Per la tabella vedi il lemma del 5° volume." i cui nomi sono stati desunti da località dell'America Settentrionale, essenzialmente in base alla successione delle faune a Trilobiti. La distribuzione geografica di queste faune non è uniforme, cosicché si possono distinguere due province biologiche: la provincia atlantica, che comprende l'Europa e le coste atlantiche dell'America Settentrionale, e la provincia pacifica, comprendente il resto dell'America Settentrionale, l'America Meridionale, la Cina e l'Australia. Il Cambriano abbraccia un arco di tempo di ca. 80-100 milioni di anni, collocabile tra 600 e 500 milioni di anni fa, periodo molto tranquillo dato che non vi sono stati o quasi fenomeni orogenetici e magmatici di rilievo. La sedimentazione è stata intensa in numerose fosse subsidenti e geosinclinali, con formazione di potenti serie, costituite soprattutto da arenarie, calcari, quarziti, ecc., dello spessore anche di 15.000 m e sovente ricche di fossili. Caratteristica è la lenta, generale ingressione marina, la prima di cui si abbiano prove stratigrafiche, con parziali e locali fenomeni regressivi, soprattutto verso la fine del periodo. L'aumento di volume delle acque marine sarebbe imputabile alla fusione dei ghiacci che si erano formati durante la glaciazione verificatasi al termine del Precambriano. In alcune regioni le catene huroniane rimasero emerse, in altre furono peneplanate o sommerse da mari epicontinentali e in tal caso la serie cambriana è ovviamente discordante sul Precambriano, spesso incompleta e rappresentata da depositi clastici come arenarie derivanti dalla degradazione delle terre emerse prossimali. Tutte queste regioni svolgono il ruolo di aree continentali. In quelle invece dove non si erano verificati corrugamenti nel tardo Precambriano, ossia in Europa, America Settentrionale, Cina e Australia, la sedimentazione non ebbe lacune e si generarono potenti serie, per lo più rappresentate da scisti e da arenarie a grana fine, che vengono attribuite ad aree geosinclinaliche. In Europa si evolsero la geosinclinale dell'Europa del Nord, che verso E si divideva in due rami racchiudenti lo scudo baltico, e la geosinclinale mediterranea, limitata a S dallo scudo sahariano. Nell'America Settentrionale si svilupparono la geosinclinale delle cordigliere pacifiche e la geosinclinale degli Appalachi, che circondavano lo scudo canadese, mentre sono scarsi i dati sulla geosinclinale di Franklin che doveva attraversare la parte settentrionale del continente. I climi sembrano essere stati piuttosto uniformi senza temperature troppo alte o troppo basse, in quanto la presenza di formazioni di scogliera fa presumere l'esistenza di acque relativamente calde e la presenza di depositi morenici (tilliti della Scandinavia, Siberia, Cina, India, Stati Uniti, Groenlandia), che però alcuni autori attribuiscono ancora alla glaciazione algonchiana, fa ritenere esistessero zone al di sopra del limite delle nevi persistenti. Per quanto concerne la flora e la fauna del Cambriano, la prima è poco conosciuta ed è rappresentata essenzialmente da forme marine, fatta eccezione per i resti di una pianta vascolare descritta come una licopsidale segnalata nel Cambriano medio della Siberia. Molto più nota e abbondante è invece la fauna, che conta ca. 1500 specie, dominata dalle Trilobiti (60%) alle quali seguono i Brachiopodi (30%) rappresentati per lo più da forme primitive degli Inarticolati. Sono inoltre presenti i Protozoi con piccoli Foraminiferi, le Silicospongie, gli Archeociatidi, i più antichi organismi costruttori di scogliere, tra cui imponenti quelle australiane, e attivi soprattutto nel Georgiano superiore e nell'Acadiano, i primi Graptoliti (per esempio Dictyonema), Meduse, Anellidi, Echinodermi, Gasteropodi e i primi Cefalopodi (Volborthella) che appaiono nel Cambriano superiore. Non si ha conoscenza di vertebrati. La fauna fossile più significativa di questo periodo è quella mesocambriana del monte Wapta nella Columbia Britannica, contenuta in uno strato di argilliti nere. Un sottile velo di carbone ha perfettamente conservato i resti di migliaia di organismi appartenenti a ca. 130 specie anche nelle loro parti più delicate, permettendo così di dimostrare l'esistenza di un notevole numero di individui a corpo molle che normalmente non si conservano allo stato fossile. § In Italia il Cambriano è rappresentato solo in Sardegna, in specie nell'Iglesiente e nel Sulcis, dove sono noti livelli della potenza complessiva di ca. 1500 m. Studi recenti hanno consentito di rivoluzionare la successione sopra accettata, e pertanto la serie viene suddivisa in tre formazioni, ciascuna dello spessore di ca. 500 m, costituite: l'inferiore da arenarie e scisti arenacei con Trilobiti riferibili al Cambriano medio e da lenti calcaree con Archeociatidi; la media da calcari e dolomie, che formano il cosiddetto calcare metallifero per le sue importanti mineralizzazioni piombozincifere; la superiore da scisti filladici con Trilobiti; queste due ultime formazioni sono attribuite al Cambriano superiore. La composizione delle rocce presuppone l'esistenza di terre emerse precambriane, terreni che però nell'isola non sono noti.

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