archeometrìa

Indice

Descrizione generale

sf. [da archeo-+-metria]. Campo di indagine che raccoglie diverse discipline scientifiche e tecnico-analitiche al fine di studiare manufatti e fenomeni di interesse archeologico. Le prime ricerche archeometriche su reperti di scavo si datano già alla seconda metà del sec. XVIII, ma la loro applicazione divenne comune solo dopo la II guerra mondiale. In passato, per designare queste discipline si parlava di scienze sussidiarie dell'archeologia, ma l'archeometria è un campo di studi autonomo, con proprie riviste e congressi internazionali periodici. Distinte dall'archeometria sono le scienze che studiano le piante e gli animali sfruttati nel mondo antico, rispettivamente la paleobotanica, o paletnobotanica, e l'archeozoologia. Se queste due discipline studiano prevalentemente resti biologici, anche se di piante e animali selezionati e modificati geneticamente dall'uomo, le discipline archeometriche studiano in prevalenza manufatti come reperti litici, ceramiche, laterizi, vetri e metalli, dal punto di vista delle loro proprietà fisiche e chimiche.

Indirizzi di ricerca

Le ricerche archeometriche si dividono in tre grandi indirizzi: datazioni assolute, studi di provenienza e studi sulla fabbricazione e l'uso degli oggetti. Le ricerche sulla datazione assoluta hanno, in archeometria, la tradizione più autorevole: fu infatti la scoperta del principio del decadimento dell'isotopo radioattivo del carbonio 14 a dimostrare per la prima volta, nel 1949, l'enorme potenzialità dell'archeometria. Per questa scoperta Willard Libby ottenne, nel 1960, il premio Nobel. Altri metodi di datazione radiometrica comunemente usati sono quello del potassio-argon (su materiali vulcanici) e la termoluminescenza (sulla ceramica); sull'ossidiana vengono misurate le tracce di fissione provocate dal decadimento radioattivo. Fra i metodi di datazione che si sono aggiunti a quello del radiocarbonio e che se ne differenziano per tipologia scientifica, ha dimostrato una buona efficacia quello che si basa sulla racemizzazione degli amminoacidi. Messo a punto nel 1975, il metodo analizza gli amminoacidi presenti nelle ossa, i quali possono avere due tipi di struttura molecolare, tra loro simmetrici, come può esserlo un'immagine riflessa in uno specchio: è possibile distinguere le forme “sinistrorse” (L) e quelle “destrorse” (D). Mentre in un organismo vivente esiste un equilibrio tra queste due forme, a partire dal momento del decesso le forme destrorse tendono a trasformarsi in sinistrorse: si verifica appunto una racemizzazione e il rapporto D/L cresce nel corso del tempo. Grazie a misurazioni ottiche, è possibile determinare questo rapporto D/L in laboratorio e risalire quindi al tempo che è trascorso dopo la morte del soggetto cui appartengono le ossa. Altri metodi sono la misurazione del fluoro e del collagene nelle ossa sepolte, il conto degli strati di idratazione sulle ossidiane di scavo e la misurazione del paleomagnetismo residuo. Gli studi di provenienza permettono di ricostruire la “carta di identità” mineralogica o chimica di pietre, ceramiche o metalli e di attribuirne la provenienza a determinate aree geologiche. Le tecniche più comunemente usate sono la petrografia ottica e la diffrazione a raggi X per i minerali e le rocce, l'attivazione neutronica, la fluorescenza a raggi X e l'assorbimento atomico per la misurazione degli elementi chimici. Il terzo ambito di studio è forse il più vasto e meno definibile; utilizza le tecniche di analisi più svariate, a seconda delle materie prime, delle tecniche di fabbricazione e delle modalità di uso di un antico oggetto. Molto studiate, in questo ambito, sono le caratteristiche micromorfologiche delle superfici degli oggetti modificate dai processi di fabbricazione e usura: la tecnica più comune è la microscopia a scansione elettronica. La qualità dell'impasto argilloso, il tipo e la quantità di scorie o impurità che in esso sono presenti e altri elementi permettono di classificare le argille utilizzate al momento della fabbricazione del reperto e di stabilirne anche la provenienza.

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