Afrodìsia o Afrodisìade di Cària

antica città dell'Asia Minore, nella Caria, al confine con la Frigia, sulle pendici occidentali del monte Salbacus. Fiorita nel sec. III a. C., in epoca romana fu proclamata città libera e godette di particolari privilegi. Sacra al culto di Afrodite, conserva monumentali resti del tempio composito (sec. II d. C.) dedicato alla dea. L'eccezionale fioritura del centro in età imperiale romana è testimoniata dalle grandi rovine, ancora in corso di scavo, esistenti presso l'attuale villaggio turco di Geyre (provincia di Aydın). Oltre alla cinta muraria e allo stadio, tra i meglio conservati dell'antichità, sono stati portati alla luce vari altri grandiosi monumenti, quali le terme adrianee, il teatro, l'odeion, l'agorà e il colossale Sebasteion a doppio colonnato. In quest'ultimo scavi effettuati negli anni Ottanta del sec. XX hanno rinvenuto varie decine di importantissimi rilievi che, come quello Zoilo e le numerose statue, confermano l'esistenza di una grande produzione scultorea ad Afrodisia di Cària sin dal I sec. d. C. (la città fu sede, infatti, di una scuola di scultori e marmorari attivi soprattutto a Roma). Le sculture riportate alla luce agli inizi del secolo sono conservate al Museo di İstanbul; tutte le altre in quello di Afrodisia.

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