Ammirato, Scipióne

letterato italiano (Lecce 1531-Firenze 1601). Di nobile famiglia, studiò legge a Napoli. Intrapresa la carriera ecclesiastica, fu a Venezia, a Lecce, dove fondò (1559) l'Accademia dei Trasformati, di nuovo a Napoli e infine a Firenze, dove godette della protezione di Cosimo I de' Medici, per incarico del quale scrisse la sua prima opera di largo respiro: le Istorie fiorentine (in 35 libri, pubblicate parte nel 1600 e parte, postume, nel 1641, a cura di Scipione Ammirato il Giovane). Con tale opera, che tratta la storia di Firenze dalle origini al 1574, l'Ammirato inaugura l'indirizzo erudito nella storiografia. Grande fu la fortuna dell'opera presso i contemporanei, ma nel sec. XX si è ridimensionato il pregio dell'Ammirato come storiografo per la sua mancanza di senso critico nella cernita delle fonti. Più interessanti appaiono i Discorsi sopra Cornelio Tacito (1594), di carattere politico; in essi l'autore, assumendo una posizione antimachiavellica, teorizza il tacitismo. Tra le altre opere, ricordiamo i Ritratti di casa Medici, gli Opuscoli e le Orazioni rivolte a papi e sovrani per scongiurare il pericolo dell'invasione musulmana. Sua è anche la commedia I Trasformati (1561), di contenuto licenzioso, rimasta inedita fino agli inizi del sec. XX.

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