cittadina della Turchia nordorientale nella provincia di Kars, presso il confine con l'Armenia. § Presso l'insediamento odierno, è situata la città morta di Ani; fondata nel sec. V come fortezza, fu capitale del regno dei Bagratidi dal 961 al 1046. Fu un importantissimo centro commerciale e culturale anche sotto le successive dominazioni dei Selgiuchidi (1064), dei Georgiani (1124-25) e dei Mongoli (1239). Venne completamente distrutta nel 1319 da un terremoto. Restano tracce ben visibili di palazzi, gruppi di abitazioni, fortificazioni, ponti, nonché lunghi tratti delle mura e numerose chiese, che rappresentano una documentazione fondamentale per lo studio dell'architettura armena medievale. Tipici sono gli edifici poliabsidati come la chiesa degli Apostoli (tetraconca), S. Salvatore del 1036 (ottoconca), S. Gregorio Abułamrencʽ del 980-982 (esaconca), la chiesa esaconca del Convento delle Vergini, la chiesa esaconca e quella ottoconca della Cittadella, cui bisogna aggiungere la chiesa di re Gagik degli inizi del sec. XI (tetraconca con deambulatorio), copia fedele della chiesa di Zvartnocʽ del VII secolo. La cattedrale (989-1001), opera dell'architetto Trdat, presenta una pianta a tre navate separate da quattro pilastri liberi, che sostenevano la cupola. La chiesa di S. Gregorio di Tigran Honencʽ (1215) appartiene invece al tipo a una navata con espansioni laterali e cupola, e ha eccezionalmente le superfici interne completamente ricoperte di affreschi. Le pareti esterne, sia rettilinee che curvilinee, sono interessate da profonde nicchie e di norma decorate da archeggiature cieche su semicolonnette addossate.

Bibliografia

J. Baltrušajtis, Etudes sur l'art médiéval en Géorgie et en Arménie, Parigi, 1929; S. der Nersessian, Armenia and the Byzantine Empire, Harvard, 1945; P. Cuneo, L'architettura della scuola regionale di Ani nell'Armenia medievale, Roma, 1977.

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