Annaba (città)

città (228.500 ab. nel 1987) dell'Algerianordorientale, capoluogo della wilaya omonima, situata nella parte più interna di una larga baia del Mediterraneo presso la foce del Seybouse. La città, che gode di una posizione assai pittoresca tra il mare e le boscose pendici del monte Edough, consta, come altri centri algerini, di un antico nucleo arabo, in posizione elevata e dominato dalla qaṣba (cittadella), e di vasti quartieri europei, iniziati con l'occupazione francese e largamente estesisi specie verso S, dove sono il porto e le aree industriali. La città è soprattutto un attivo centro commerciale, nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie con Costantina, Skikda e la zona mineraria di Tébessa, e dotata di uno dei maggiori porti del Paese, adibito particolarmente all'esportazione di minerali di ferro e fosfati; numerose sono però anche le industrie, che annoverano un grande complesso siderurgico, complessi chimici (superfosfati) e meccanici (materiale ferroviario). Aeroporto. Nome francese, Bône (ufficiale sino al 1963), italianizzato in Bona. § Sorta nei pressi dell'antica Hippona, contemporaneamente al decadere di questa dopo la conquista musulmana, Annaba fu fortificata nel 1058. Sua principale attività sotto il dominio musulmano fu la pirateria, che fornì più volte l'occasione a Genovesi e Pisani di attaccare la città. Conquistata nel 1152 da Ruggero II di Sicilia, entrò nel 1160 a far parte del dominio degli Almohadi a cui rimase fino al sec. XIII quando fu annessa al regno hafside di Tunisi. Occupata dai Turchi nel 1533, fu quasi ininterrottamente sottomessa a questi ultimi fino al 1830, quando venne conquistata dai Francesi.

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