Apollònio Ròdio

poeta epico greco dell'età ellenistica (Alessandria ca. 295-ca. 215 a. C.). Fu probabilmente scolaro di Callimaco, certamente successore di Zenodoto nella direzione della Biblioteca di Alessandria ed educatore di Tolomeo III Evergete. Secondo una tradizione cominciò giovanissimo a scrivere le Argonautiche e le lesse pubblicamente, riportando un grave insuccesso; irritato e deluso, si ritirò a Rodi (di qui il soprannome), dove rielaborò il poema con maggiore fortuna. Verosimile è la sua inimicizia con Callimaco. Questi negava la possibilità di riesumare il poema epico e mirava al carme breve, limato e cesellato, mentre Apollonio Rodio tentava col suo poema di far rivivere ideali tramontati; ma, in realtà, nelle Argonautiche manca l'afflato eroico e i personaggi del mito sono umanizzati e studiati psicologicamente, con spirito più alessandrino che omerico: omerici sono gli elementi formali, ma l'amore di Medea ha più risalto artistico che le gesta di Giasone. Di Apollonio Rodio sono andati perduti gli Epigrammi, i poemetti eruditi sulle fondazioni di alcune città e i lavori critici (su Omero, Esiodo, Archiloco e Antimaco).

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