Arbasino, Albèrto

scrittore italiano (Voghera 1930- Voghera 2020). Ispirandosi a modelli anglosassoni, ha pubblicato opere di narrativa e di critica, bizzarro impasto di arguzia, divertimento letterario e non dissimulato snobismo, rivelandosi un osservatore originale e spregiudicato del mondo contemporaneo. Sperimentatore raffinato e ironico, ha fatto parte del Gruppo 63. Le sue prime opere di narrativa, L'Anonimo Lombardo (1959), Fratelli d'Italia (1963), Super-Eliogabalo (1969), Specchio delle mie brame (1975), risentono dello spirito di rottura con i canoni letterari tradizionali sia dal punto di vista stilistico che del contenuto. Attraverso la collaborazione a diversi giornali e riviste (tra cui Il Mondo, L'Espresso, Il Corriere della Sera, La Repubblica), Arbasino ha svolto anche una costante attività di critico d'arte, letterario, musicale, teatrale. La sua eclettica produzione saggistica è raccolta in vari libri, tra cui: Parigi, o cara (1960), Sessanta posizioni (1971), Un paese senza (1980), Il meraviglioso, anzi (1985). È anche regista di prosa e di lirica e ha pubblicato nel 1983 una raccolta di versi, Matinée. Autore di reportage sull'Indocina, li ha raccolti nel volume Mekong (1994), rarefatta immagine di un Oriente tragico e triste ma profondamente ricco di fascino. L'abitudine a non considerare nessuna opera letteraria come compiuta e definitiva lo ha spinto a un lavoro di rielaborazione che ha coinvolto diverse delle tappe più significative della sua carriera letteraria. È il caso del romanzo Fratelli d’Italia, il grande affresco nazionale ripubblicato per la terza volta nel 1993, a oltre trent'anni dalla prima comparsa: la riscrittura è caratterizzata da un ritmo più incalzante, dovuto al maggiore impiego di parti dialogate rispetto alla prima stesura. Anche i rimaneggiamenti del “romanzetto” Specchio delle mie brame e dell'inchiesta culturale Parigi o cara, entrambi del 1995, propongono riedizioni di tipici testi arbasiniani, in cui il gusto narrativo si fonde con l'impostazione saggistica di tono provocatoriamente polemico. Del 1997 è Lettere da Londra, che narra degli incontri dell'autore con Eliot, Forster e Auden. Nel 1998 ha pubblicato Paesaggi italiani con zombi e, nel 2000, Le muse a Los Angeles, una vera e propria guida ai musei più importanti, vincitore del premio "Elsa Morante" per la saggistica. In Rap (2001) e Rap2 (2002) Arbasino, con i toni e i canoni del genere musicale scelto come titolo delle due raccolte di rime, ha operato una dissacrazione dei protagonisti della politica e del costume contemporaneo. Nel 2004 ha pubblicato Marescialle e libertini con ci nell'anno successivo ha vinto il Premio Viareggio. Nel 2006 ha pubblicato Dall'Ellade a Bisanzio, raccolta di reportages e nel 2008 L'ingegnere in blu in cui offre un irresitibile ritratto del suo amico e collega C. E. Gadda. Nel 2008 ha pubblicato anche La vita bassa, un'attenta riflessione sulla società contemporanea. Nel 2011 è uscita l'opera autobiografica America Amore. Nel 2012 è autore di Pensieri selvaggi a Buenos Aires, nel 2014 di Ritratti italiani e, nel 2016, di Ritratti e immagini. Il 23 marzo 2020 Arbasino è morto a 90 anni dopo una lunga malattia. 

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