Avellino (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima, 348 m s.m., 30,41 km², 57.071 ab. secondo una stima del 2007 (avellinesi), patrono: san Modestino (14 febbraio).

Generalità

Città della Campania posta al centro di un'ampia conca intermontana dell'Appennino Campano e dominata dai monti Picentini e del Partenio. Devastata più volte da eserciti in lotta e colpita gravemente da numerosi terremoti, conobbe un'espansione demografica e urbanistica piuttosto lenta. Verso la fine del sec. XVIII sorsero i quartieri moderni oltre la cinta muraria (in gran parte abbattuta), soprattutto verso W, fino a occupare il terrazzo compreso tra i torrenti Rigatore e San Francesco, affluenti del fiume Sabato. La città visse un certo sviluppo edilizio dopo l'elevazione a capoluogo (1806). "Per la pianta della città vedi il lemma del 3° volume." Dell'antico borgo medievale, raccolto tra la cattedrale e i ruderi del castello, ben poco rimase dopo il rovinoso terremoto del 1980, al quale seguì una vasta opera di riedificazione. A lungo tagliata fuori dalle direttrici di sviluppo regionale, Avellino è uscita dall'isolamento grazie ai nuovi collegamenti autostradali (Napoli-Bari e Benevento-Salerno), che hanno reso più intenso un processo di concentrazione demografica già in atto dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento e hanno dato un maggiore impulso alle attività industriali e commerciali. È sede vescovile.

Storia

L'antica Abellinum, città irpina sorta nei pressi di Atripalda, fu sottomessa da Roma alla fine delle guerre sannitiche (265 a. C.) ed elevata da Silla a capoluogo della colonia Livia. Sede vescovile nel sec. IV, subì le devastazioni dei Goti e fu rasa al suolo dai Longobardi (571); venne ricostruita, come borgo fortificato, su uno sperone tufaceo. Con il resto dell'Irpinia fu incamerata nel Ducato di Benevento, divenendo sede di un gastaldato (sec. IX), elevato a contea agli inizi del sec. X da Adelferio. Passata temporaneamente sotto il dominio bizantino (969), fu occupata e distrutta da Ottone I. Feudo dei Dall'Aquila durante la dominazione normanna, fu integrata nel 1223 nel demanio regio dagli Svevi. Nel 1272 Carlo I d'Angiò la infeudò ai Del Balzo. Successivamente entrò a far parte dei possedimenti dei Filangieri e, nel 1418, dei Caracciolo, il cui lungo dominio, protrattosi sino al 1806, coincise per la città con un periodo di prosperità, grazie allo sviluppo dell'arte della lavorazione della lana e al commercio del grano. Partecipò ai moti insurrezionali del 1820 contro Ferdinando I di Borbone.

Arte

Il duomo, dedicato all'Assunta e risalente al sec. XII, ma più volte rifatto, si presenta con facciata neoclassica aperta da tre portali e interno a croce latina a tre navate. Sotto il duomo è la cripta dell'Addolorata (sec. XVII), ricavata aggiungendo una breve navata all'originaria cripta del duomo; all'interno, sono resti di capitelli romani e medievali e affreschi della fine del sec. XVIII. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (conosciuta dal Cinquecento, ma rifatta dopo il terremoto del 1732), custodisce tele di pregio e un affresco del Quattrocento (Madonna col Bambino). A Cosimo Fanzago si devono sia la barocca torre dell'Orologio sia il Palazzo della Dogana, di cui resta, dopo un incendio, solo la facciata. Del castello medievale, smantellato all'inizio del sec. XVIII, sussistono soltanto i basamenti.

Musei

Il Museo Irpino, con sede nel Palazzo della Cultura, è articolato in una sezione archeologica (con importante materiale proveniente da tutta l'Irpinia), una d'arte moderna e una risorgimentale. Il Museo Diocesano presenta una ricca collezione di opere d'arte sacra. Notevoli il Museo Zoologico degli Invertebrati e quello dei Vertebrati, con interessanti collezioni.

Economia

Tradizionale centro commerciale di prodotti agricoli (cereali, ortaggi, frutta, nocciole, barbabietole da zucchero e tabacco) e zootecnici, Avellino conta anche su un'attività industriale piuttosto sviluppata. I settori più rilevanti sono quelli meccanico, alimentare (pastifici, caseifici e distillerie), tessile, conciario e della lavorazione del tabacco, del legno (mobili e infissi) e dei materiali da costruzione; notevole lo sviluppo del settore vinicolo (fiano di Avellino DOC) e lo sfruttamento dei boschi (castagne e legname).

Curiosità

Vi nacque il critico letterario Carlo Muscetta (1912-2004). Nel mese di novembre la città ospita il Festival Internazionale “Gli anniversari della musica” e la Rassegna Nazionale di Cortometraggi di registi indipendenti.

C. Muscetta, Le chiese di Avellino, Avellino, 1931; F. Scandone, Storia di Avellino, Napoli-Avellino, 1947-51; G. O. Onorato, Il Museo Irpino. Sezione archeologica, Avellino, 1957; N. Gambio (a cura di), La cattedrale di Avellino, Cava dei Tirreni, 1985; M. De Cunzo, De Martini Vega, Avellino, Bari, 1985.

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