Ballata del vècchio marinàio, La-

(The Rime of the Ancient Mariner), componimento poetico narrativo in forma di ballata, rimasto insuperato tra le opere di S. T. Coleridge. Nell'opera un vecchio marinaio racconta a un giovane invitato a nozze la paurosa avventura vissuta dopo aver ucciso un albatro il cui fausto arrivo aveva liberato la nave dalla stretta dei ghiacci del Polo Sud, dove l'aveva spinta la bufera: immediatamente la nave viene ricacciata verso l'Equatore, dove il mare stesso si dissecca e imputridisce, e il vecchio marinaio è condannato, unico superstite, a ritornare in patria, coadiuvato da un macabro equipaggio di morti animati da spiriti celesti. Solo quando il marinaio si accorge della bellezza dei serpenti marini e li benedice, l'incantesimo si spezza e la nave, guidata da una schiera di angeli, ritorna in porto; ma il marinaio dovrà espiare l'uccisione dell'albatro errando di paese in paese a insegnare amore e rispetto per tutte le creature di Dio. L'atmosfera misteriosa, la presenza di un suggestivo scenario naturale e la musicalità sono elementi che concorrono nello spiegare il favore incontrato da quest'opera. Lo spunto del poema, composto nel 1797 e pubblicato l'anno successivo nelle Lyrical Ballads, deriva dal Voyage di Shelvocke (1726). L'opera, pur nella semplicità del linguaggio, ha un significato allegorico assai complesso ed è da collegarsi al panteismo dell'autore, secondo cui tutte le cose sono in un rapporto mistico che deve essere compreso e rispettato.

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