(Gana Prajatantri Bangladesh). Stato dell'Asia meridionale (147.570 km²). Capitale: Dacca. Divisione amministrativa: divisioni (6). Popolazione: 162.220.800 ab. (stima 2009). Lingua: bengali (ufficiale), inglese. Religione: musulmani 89,3%, induisti 9,6%, buddisti 0,5%, cristiani 0,3%, altri 0,3%. Unità monetaria: taka (100 paisa). Indice di sviluppo umano: 0,524 (147° posto). Confini: India (N, NE e W), Myanmar (SE), Golfo del Bengala (S). Membro di: Commonwealth, OCI, ONU e WTO.

Generalità

Situato nella parte settentrionale del subcontinente indiano, già possedimento britannico unito all'India, al raggiungimento dell'indipendenza del Pakistan (1947), il Bangladesh venne accorpato a quest'ultimo, prima con il nome di Bengala orientale, poi con quello di Pakistan orientale. Dopo anni di lotte autonomistiche, animate da ragioni geografiche ed etnico-culturali, a loro volta aggravate dall'emarginazione crescente rispetto alle politiche del governo centrale pakistano, il Bangladesh ha raggiunto nel 1971 l'indipendenza, con l'intento di avviare un processo di sviluppo autonomo. Nonostante gli sforzi, il Paese è ancora lontano dal raggiungimento di una reale riconversione delle proprie strutture socio-economiche, costrette entro confini angusti anche a causa della situazione politica che permane contrastata, e dalla presenza di censura e repressione del dissenso.

Lo Stato

Nato nel 1971, il Bangladesh assunse nel 1972 la forma di democrazia parlamentare con una carta costituzionale più volte modificata negli anni successivi. Con il ripristino del multipartitismo (1990) e la configurazione del nuovo assetto democratico, il presidente della Repubblica è eletto dai membri del Parlamento e il suo ruolo appare notevolmente limitato rispetto a quello assunto dal governo e dall'assemblea legislativa. Il Parlamento, composto da 300 membri eletti a suffragio universale, resta in carica per 5 anni. Il Chittagong, una divisionea mministrativa del Paese che conduceva dal 1973 una dura lotta autonomista guidata dai ribelli Shanti Bahini, nel 1997 ha stabilito con il governo un accordo di pace. Il modello giudiziario si basa sulla Common Law britannica. È presente una Corte Suprema i cui membri, presidente compreso, sono nominati dal presidente della Repubblica. Il Paese non accetta la giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia ed è in vigore la pena di morte. Dal 2000 è in vigore una legge sulla sicurezza pubblica che attribuisce estesi poteri alla polizia e istituisce tribunali speciali per i terroristi. L'esercito è formato da personale volontario di età superiore ai 18 anni ed è diviso nelle tre armi tradizionali. L'istruzione scolastica non è obbligatoria, ma fornita gratuitamente dallo Stato per 8 anni. L'istruzione primaria, della durata di 5 anni, inizia all'età di 6 anni. L'istruzione secondaria (gestita in prevalenza dai privati) inizia a 11 anni e ne dura 7; consiste in un primo ciclo di 5 anni e in un secondo di 2. Sono presenti università statali fra le quali quelle di agraria, ingegneria e studi islamici. Il tasso di analfabetismo, che colpisce in maniera più marcata le donne, raggiunge il 45% della popolazione (2007).

Territorio: geografia fisica

Il Bangladesh si estende su un territorio che, senza delimitazioni fisiche ben individuate, si affaccia sulla bassa e alluvionale costa settentrionale del Golfo del Bengala. Fatta eccezione per le colline di Chittagong e una ristretta zona marginale dell'altopiano di Shillong, il Bangladesh è caratterizzato da un'immensa pianura, costituita dalle alluvioni di numerosi fiumi: il Gange, il Brahmaputra-Jamuna, il Tista e il Surma-Meghna che drena l'altopiano di Shillong. Nella zona settentrionale del Paese si estende il Barind, sorta di bassopiano ondulato, tra il Gange e il Brahmaputra, frazionato dai solchi di numerosi corsi d'acqua; caratteristiche analoghe ha la vicina giungla di Madhupur, tra lo Jamuna e il Meghna. Queste due regioni, situate al di sopra del livello delle inondazioni (paradelta), presentano terreni ferruginosi e rossastri, noti localmente col nome di khiyar. La sezione centrale del Paese si trova sul cosiddetto delta evoluto, regione in cui le minime differenze di livello hanno un'importanza decisiva agli effetti dell'inondazione; estesa per ca. 65.000 km², è una pianura bassa, anfibia, con alcune zone che appartengono già al delta maturo, in quanto aree depresse e occupate quindi da laghi e acquitrini. A quest'ultimo tipo di delta si può ricollegare la pianura di Sylhet, che si insinua tra l'altopiano di Shillong, la giungla di Madhupur e le colline di Chittagong. Più vicino al mare è il delta attivo, che si estende in profondità da 100 a 130 km; regione anfibia interessata sia dalle inondazioni sia dalla marea, è occupata da una vasta foresta di mangrovie, la cui sezione occidentale viene chiamata Sundarbans (bella foresta). La regione delle colline di Chittagong, nel Bangladesh sudorientale, presenta caratteristiche del tutto diverse; interessata dall'orogenesi himalayana, è costituita da una decina di catene parallele, orientate da N a S, alte in media 600 m s.m. e separate da vallate a fondo piatto (principale quella del Karnafuli, fiume che nel suo corso superiore alimenta l'omonimo grande lago artificiale). Il Bangladesh ha un clima caratterizzato da elevate temperature, violente precipitazioni e marcata distinzione tra una stagione umida (da aprile a ottobre) e una asciutta. Queste condizioni si spiegano con la posizione geografica del Bengala che, per l'ostacolo frapposto dalle catene dell'Arakan e dell'Himalaya, è investito dal flusso umido del monsone di SW proveniente dal mare. I valori medi della temperatura variano dai 16-20 ºC in gennaio ai 27-28 ºC in luglio, con punte massime per esempio di 31 ºC (Cox's Bāzār) e 36 ºC (Rājshāhi) in aprile, il mese più caldo. La quantità complessiva delle precipitazioni è dovunque assai elevata, con valori minimi di 1500 mm nella sezione occidentale del Paese e massimi (oltre 5000 mm annui) nelle sezioni nordorientali, in prossimità dell'altopiano di Shillong, e sudorientali (Cox's Bāzār). Più che la quantità complessiva delle precipitazioni è significativa la loro distribuzione stagionale. Nel periodo delle piogge, infatti, i cicloni che si formano sul Golfo del Bengala giungendo sulla fascia costiera provocano precipitazioni abbondanti e talora catastrofiche sulle regioni anfibie invase anche da alte onde di marea.

Territorio: geografia umana

Se si eccettuano i micro-Stati come Malta o il Principato di Monaco, il Bangladesh è nettamente lo Stato più densamente popolato del mondo, ha una densità media di 1.099 ab./km², fatto questo che provoca problemi enormi di occupazione e di sostentamento a un Paese già poverissimo. La popolazione è costituita quasi interamente da bengalesi perlopiù di religione musulmana; nel Chittagong sono presenti diversi gruppi etnici, principalmente di fede buddhista. Se il tasso di crescita demografica è relativamente rallentato, grazie anche alle politiche di riduzione della natalità, le condizioni economiche e socio-sanitarie restano tali da produrre una speranza di vita fra le più basse al mondo. Persistono differenze significative tra città e campagna, dove tra l'altro è ancora ampiamente diffuso il matrimonio al di sotto dell'età minima prevista dalla legge (18 anni). Date queste premesse, non stupisce che per svariati milioni di bengalesi la principale valvola di sfogo sia costituita dall'emigrazione all'estero, spesso realizzata clandestinamente. Molti bengalesi rimasti in patria dipendono economicamente dalle rimesse dei familiari emigrati. Secondo le organizzazioni internazionali, i bambini bengalesi sono ancora largamente esposti alla discriminazione, alla violenza domestica e all'abuso; lo sfruttamento del lavoro minorile è inoltre particolarmente diffuso. Nel 1993 gli Stati Uniti, scandalizzati da questa pratica, promulgarono una legge che boicottava le importazioni di abiti dal Bangladesh (settore in cui era prevalentemente occupata manodopera minorile), ma questo spinse ancor più nella miseria i 50.000 bambini licenziati per evitare la perdita del mercato americano e avviati peraltro verso lavori, spesso più faticosi, del settore informale. La situazione ha determinato un accordo tra UNICEF, OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), Stati Uniti e industriali dell'abbigliamento del Bangladesh, sostenuti dal loro governo: i bambini sono stati rimpiazzati nel lavoro da familiari, scolarizzati e formati professionalmente. Da alcuni anni l'UNICEF porta avanti progetti relativi alla promozione della salute e dell'educazione, creando centri di insegnamento per i piccoli operai delle città: ma rimane aperto il problema delle campagne, dove il loro numero è molto maggiore. L'insediamento umano ha un carattere spiccatamente rurale: tre quarti degli abitanti vivono in villaggi strutturati secondo i più tradizionali modelli dell'Asia monsonica, in funzione della difesa dalle inondazioni annuali. Le dimore hanno caratteristiche comuni prevalenti: capanne rettangolari con muri di fango e tetti di stoppia a doppio spiovente, costruite all'interno di un cortile chiuso. Il livello di urbanizzazione è assai debole, nonostante la gravissima crisi economica verificatasi agli inizi degli anni Settanta del Novecento (in seguito alla secessione dal Pakistan), che aveva determinato un movimento verso le città di un gran numero di piccoli proprietari terrieri, ridotti in miseria. Le due principali città sono Dacca/Nārāyanganj (che formano un'unica conurbazione con una densità di oltre 1.304 ab./km²) e Chittagong, porto naturale alla foce del Karnafuli nel Golfo del Bengala; seguono, in ordine demografico decrescente, Khulna, Sylhet, Barisal, Rangpur ecc.

Territorio: ambiente

Fertile e particolarmente ricca di corsi d'acqua, la pianura bengalese è interessata dallo sfruttamento agricolo e solo in minima parte ospita ancora boschi o foreste: la zona orientale si caratterizza per la presenza di bambù, sfruttato nell'industria della carta; le zone paludose centrali ospitano essenze decidue (giungla di Madhpur); a S, nei Sundarbans, si trova la foresta di mangrovie, una delle più grandi rimaste al mondo, che nel 1997 l'UNESCO ha dichiarato patrimonio dell'umanità. Nel Bangladesh è possibile trovare animali quali tigri, leopardi, elefanti asiatici, scimmie, gibboni, lemuri, tartarughe, coccodrilli e numerose specie di pesci e di uccelli, tra cui lo storno triste, il martin pescatore e l'avvoltoio. I maggiori rischi ambientali sono connessi all'inquinamento delle acque, specie a causa dei pesticidi usati in agricoltura e dell'arsenico naturalmente presente nel terreno, oltre alla deforestazione e allo sfruttamento del suolo. Le aree protette costituiscono l'1,8% del territorio e costante è lo sforzo dei governi, sin dagli anni Settanta del Novecento, per proteggere la biodiversità del Paese. Si contano 9 parchi nazionali, 7 oasi faunistiche oltre a una riserva venatoria e altre zone protette a vario titolo.

Economia

Nonostante la decisa crescita del PIL (oltre 6% nel 2006) e la riduzione dello squilibrio nella bilancia commerciale, il Bangladesh versa ancora in condizioni di estrema povertà, e si affida in gran parte agli aiuti internazionali e alle rimesse degli emigrati. Il PIL ammonta infatti a 94.507 ml $ USA e permette un valore pro capite di appena 574 $ USA (2009), tra i più bassi di tutta l'Asia. Due terzi della popolazione attiva sono occupati in agricoltura, e agricole sono in assoluta prevalenza le risorse del Paese, sia quelle direttamente destinate all'alimentazione (riso), sia quelle lavorate dall'industria tessile (cotone, iuta), zuccheriera e del tabacco. La produzione agricola, tuttavia, sfavorita dall'irregolarità delle precipitazioni e dalla frammentazione delle proprietà, non è in grado di soddisfare la richiesta interna, e il Bangladesh, come si è detto, deve ricorrere sistematicamente al sostegno internazionale. I tentativi, tuttora in corso, di attuare riforme produttive, con l'adozione di varietà di riso ad alto rendimento o con la messa in opera di interventi di regolazione delle acque (per migliorare l'irrigazione e per prevenire le ricorrenti gravissime inondazioni) hanno fatto intravedere una certa crescita nella produzione ma hanno condotto anche a risultati discussi. Da un lato, le varietà di riso adottate appaiono resistere meno bene di quelle tradizionalmente coltivate, e richiedono fertilizzanti e fitofarmaci in quantità tali da provocare seri fenomeni di inquinamento idrico (con ricadute sulla popolazione umana e su quella ittica fluviale, fonte alimentare importantissima); dall'altro lato, gli interventi di canalizzazione e le dighe non sono risultati sempre in grado di contrastare le piene più imponenti e, al contrario, gli effetti di recenti inondazioni sono apparsi anche più gravi che in passato, probabilmente proprio a causa della regimentazione dei corsi d'acqua. L'allevamento del bestiame è assai diffuso, in particolare quello di volatili, caprini e bovini, questi ultimi in gran parte però utilizzati nel lavoro nei campi. Nel 2007 il Paese si è trovato a dover affrontare il problema dell'influenza aviaria che ha duramente colpito gli allevamenti di polli e anatre. Significativo anche l'incremento della pesca, specie nelle acque interne. Gran parte del pescato è però venduto essiccato e salato. Assai modesto continua a rimanere il ruolo dell'industria, essenzialmente basato sulla lavorazione dei prodotti agricoli (tessiture, zuccherifici, manifatture di tabacchi) e forestali (cartiere), cui si aggiungono alcuni complessi chimici, metalmeccanici, della gomma, del cemento, del vetro ecc. Le attività manifatturiere hanno conseguito, negli ultimi anni, un notevole sviluppo, soprattutto nel comparto tessile, dell'abbigliamento e del cuoio, largamente orientato all'esportazione grazie al processo di delocalizzazione produttiva attuato dai Paesi industrializzati europei e americani. Numerosi sono gli opifici artigianali, presenti un po' dovunque nel Paese: Dacca è uno dei centri di tessitura a mano del cotone e della seta, ma il prodotto tradizionale è la mussola, che da secoli ha reso famosa la città. Al contrario, le produzioni di fertilizzanti, alimentari e metalmeccaniche sono destinate al mercato interno. Accanto alle modeste risorse minerarie tradizionali, carbone e petrolio, sono stati di recente individuati giacimenti di gas naturale, progressivamente entrati in produzione. L'energia elettrica prodotta non è tuttavia sufficiente al fabbisogno del Paese. Il settore dei servizi è quello che ha registrato la crescita più consistente: da esso proviene quasi la metà del PIL, anche se occupa solo una minima parte della forza lavoro. Negli anni Settanta del Novecento il banchiere ed economista premio Nobel bengalese Muhammad Yunus ha sviluppato l'idea del microcredito, finanziando l'iniziativa imprenditoriale di piccoli gruppi di donne povere, modello oggi esportato in numerosi altri Paesi. Gli scambi con l'estero sono aumentati considerevolmente, grazie anche ai rinsaldati legami economici con gli Stati vicini. Le maggiori voci delle esportazioni riguardano soprattutto abbigliamento e accessori, tessuti di maglia, iuta grezza e lavorata, pesce, mentre si importano macchinari, minerali e metalli, veicoli, tessuti, prodotti chimici. L'Unione Europea è il principale destinatario delle esportazioni, mentre i Paesi da cui proviene la maggior parte delle importazioni sono Cina, India, Singapore, Corea del Sud, Hong Kong e Giappone. Le comunicazioni fanno capo ai porti di Chittagong, Chalna e Mongla e agli aeroporti di Dacca/Zia e di Chittagong; grande sviluppo ha la rete fluviale, che collega tutto l'interno del Paese mentre sono decisamente ridotti i collegamenti stradali e ferroviari.

Storia

Incluso dal 1947 nel Pakistan con il nome di Pakistan Orientale, il Bangladesh cominciò subito a mostrare forti tendenze autonomistiche, sia per la posizione geografica, sia per le diversità etniche, culturali e linguistiche, sia per il numero di abitanti. La politica accentratrice e autoritaria del Pakistan e le sue tormentate vicende interne esasperarono questa situazione, sfociata in rivolte, scioperi e nella formazione di partiti di opposizione, come l'Awami League, che avviò una campagna a favore dell'indipendenza. Nel 1971, dopo il mancato riconoscimento da parte del governo pakistano della vittoria elettorale dell'Awami League (dicembre 1970), guidato da Mujibur Rahman, in Bangladesh scoppiò una sanguinosa insurrezione nazionale contro il Pakistan, appoggiata dall'India. Il 16 dicembre 1971, il Bengala orientale proclamò la sua indipendenza dal Pakistan, assumendo il nome di Bangladesh (Paese bengalese). Mujibur Rahman fu, quindi, investito della carica di primo ministro e avviò immediatamente un programma di nazionalizzazione delle industrie più importanti del Paese. Emendata la Costituzione del 1972, nel 1975 il Bangladesh si trasformò da Repubblica parlamentare in Repubblica presidenziale, a partito unico, e fu nominato presidente Mujibur Rahman, assassinato in quello stesso anno in seguito a un colpo di stato militare. Eletto nel 1977 presidente il generale Zia Ur-Rahman, in quello stesso anno il Bangladesh fu trasformato in uno Stato confessionale islamico. Assassinato nel 1981 anche Zia Ur-Rahman, in seguito a un altro colpo di stato, assunse la guida del Paese Abdus Sattar, destituito poi nel marzo 1982 dal generale Hossain Moḥammad Ershad. Eletto presidente nel 1983 e riconfermato in carica nel 1986, Ershad rimase al potere fino al 1990, quando in seguito a un'insurrezione popolare, perso l'appoggio dei militari, fu costretto a dimettersi. Ripristinato il governo costituzionale, le elezioni legislative multipartitiche del febbraio 1991 furono vinte dalla coalizione di centro-destra: fu nominata così primo ministro Khaleda Zia, la vedova del generale Zia Ur-Rahman, ed eletto presidente della Repubblica Abdur Rahman Biswas. Il nuovo governo, sostenuto in un primo momento anche dai fondamentalisti del Jamaat-e-Islami, incontrava però ben presto la ferma opposizione dell'Awami League, capeggiato da Hasina Wajed, figlia di Mujibur Rahman. Si determinava, in tal modo, un duro braccio di ferro tra le due donne, con scioperi, manifestazioni cruente, fino al boicottaggio diretto del Parlamento disertato dai deputati dell'opposizione (1994), che reclamavano elezioni anticipate. Nello scontro tra le due “donne forti” del Bangladesh entravano in gioco, oltre alle differenze politiche, anche aspetti personali: Hasina Wajed, infatti, non faceva mistero di aver ingaggiato la battaglia anche al fine di vendicare l'assassinio del padre. Alla fine del 1995 Khaleda Zia sembrava raccogliere la sfida anche per lo stato di prostrazione del Paese, percorso da numerose manifestazioni di violenza, a cui si cercava di rimediare indicendo nuove elezioni. Le consultazioni elettorali del giugno 1996 assegnavano la maggioranza relativa all'Awami League e Hasina Wajed veniva nominata primo ministro, mentre alla presidenza della Repubblica veniva eletto un esponente dello stesso partito, Shahabuddin Ahmed. Nonostante il continuo boicottaggio del Parlamento da parte dell'opposizione, guidata da Khaleda Zia, il primo ministro Hasina Wajed riusciva a raggiungere, durante il suo governo, due risultati molto importanti: un accordo di pacificazione con i ribelli Shanti Bahini, con cui nel 1997 metteva fine alla guerra civile combattuta dal 1973 nella regione sud-orientale del Paese; un accordo con l'India, dopo un ventennio di inutili trattative sulle acque del Gange per risolvere i gravi problemi di siccità in alcune delle zone più povere del Nord del Paese. In un clima di sempre maggiore tensione politica, le elezioni legislative dell'ottobre 2001, comunque, riportavano al governo il Partito nazionalista (BNP) di Khaleda Zia, che otteneva la maggioranza dei seggi in Parlamento. Nel 2002 la coalizione di governo, in mancanza di un candidato dell'opposizione, nominava presidente Iajuddin Ahmed. Nel 2004, un attentato, che aveva come obbiettivo Hasina Wajed, uccideva 10 persone e ferendone circa 200. Nel gennaio 2007 il presidente decideva di rinviare le elezioni, dichiarava lo stato di emergenza e si dimetteva dall'incarico di premier, che veniva conferito a Fazlul Haq, per un'esecutivo di transizione, sostenuto dai militari. Nel 2008 la politica anticorruzione voluta dal nuovo governo, portava all'arresto di molti esponenti politici. In dicembre l'Awami League vinceva le elezioni politiche e la sua leader Hasina Wajed formava un nuovo governo.

Cultura: generalità

L'espressione della cultura e del costume del Bangladesh va inscritta nella più ampia tradizione bengalese. Il prevalere della componente musulmana sul territorio non ha del tutto oscurato le antiche tradizioni buddhiste e hindu, più forti nei grandi centri urbani e in alcune regioni. Lo dimostra la scelta dell'UNESCO, che nel 1985 ha dichiarato patrimonio dell'umanità sia la Città-moschea storica di Bāgerhāt, fondata nel sec. XV all'incrocio tra Gange e Brahmaputra, sia le Rovine del Vihara Buddhista a Paharpur, che testimoniano della presenza di un rinomato centro culturale. La capitale Dacca ospita i più importanti istituti universitari; altri si trovano a Chittagong, Mymensingh e Rājshāhi.

Cultura: tradizioni

Il Bangladesh, a causa della recente indipendenza, è attento alla conservazione degli usi e dei costumi tradizionali bengalesi, utili da un lato a rafforzare l'identità nazionale dall'altro a salvaguardare la specificità regionale. Così gli uomini indossano abitualmente il lungi e le donne il sari. Pesce e riso sono gli ingredienti fondamentali di molti piatti della cucina bengalese, insieme alla carne di manzo, pollo, montone e ai legumi. I dolci tipici sono a base di latte. Nei pranzi di nozze è solitamente servito il biryani, un piatto di riso, carne di agnello o manzo condito con spezie (cardamomo, pepe, zafferano, chiodi di garofano, coriandolo). Nella musica e nella danza popolare si fondono elementi derivanti dall'Islam e dall'induismo, come nei canti dei baul. L'influenza della cultura inglese, retaggio del passato coloniale, e le relazioni sempre più ampie con il resto del mondo inducono una progressiva modernizzazione dei costumi, per ora limitata alle classi alte cittadine. Il Bangladesh è tuttavia un Paese dove il contrasto tra tradizione e innovazione è evidente; nell'ambito di una forte politica di restrizione dei diritti femminili persiste, anzi aumenta, l'usanza di sfigurare le donne: si tratta di una pratica che, secondo l'UNICEF, dall'inizio del XXI sec. ha colpito ogni anno 200 donne.

Cultura: letteratura

La letteratura del Bangladesh ha coinciso fino al 1971 con quella bengalese. Con l'indipendenza molti autori hanno improntato la loro opera al sostegno della cultura e delle tradizioni bengalesi; la vita nelle campagne, i conflitti politici e sociali del Paese sono i temi ricorrenti nelle opere di romanzieri, poeti, drammaturghi quali Shamsur Rahman (n. 1929), Nirmalendu Goon (n. 1945), Selina Hossain (n. 1947), Humayun Ahmed (n. 1948). La denuncia dell'oppressione della donna nell'Iislam e delle condizioni di vita delle minoranze hindu in Bangladesh costituiscono i motivi conduttori del lavoro di Taslima Nasreen (n. 1962), medico e scrittrice bengalese in esilio dal 1994, dopo essere stata accusata di blasfemia e minacciata di morte dai fondamentalisti islamici.

Cultura: arte

Tra gli artisti un ruolo di primo piano ha avuto Zainul Abedin (1914-1976), il cui contributo si inserisce nel panorama dell'arte bengalese; operò infatti in tutta la regione, raccontando la miseria e la sofferenza del suo popolo. L'artista ebbe inoltre una notevole influenza su altri pittori del Bangladesh, tra i quali Quamrul Hassan (1921-1988) e, più tardi, Rafiqun Nabi o Ranabi (n. 1943) noto per aver dato vita al personaggio chiamato Tokai, bambino di strada attraverso il quale passa un'accesa satira politica e sociale della situazione del Paese. A sfondo satirico sono anche le opere di Shishir Bhattacharjee (n. 1960). Muzharul Islam (n. 1923), figura di spicco dell'architettura bengalese e, in particolare, del Bangladesh indipendente, ha saputo coniugare gli aspetti dell'ambiente e della tradizione locale (come l'uso del mattone a vista) con elementi e stili dell'architettura occidentale.

Bibliografia

H. Er Rashid, East Pakistan, Lahore, 1967; O. H. K. Spate, A. T. A. Learmonth, India and Pakistan, Bungay, 1967; L. Pussetto, I santal del Bangladesh, Bologna, 1983; S. Garello, Bangladesh terra del servo sofferente, Vicenza, 1988. Per la storia e per la letteratura si veda alla voce Bengala.

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