Beccafumi, Doménico

(detto anche Mecuccio o Mecherino). Pittore italiano (Siena ca. 1484-1551). Figlio di Giacomo, colono di certo Lorenzo Beccafumi, da costui, che lo andò proteggendo, prese il nome. La sua formazione artistica fu fortemente influenzata dalla contemporanea pittura fiorentina di Fra' Bartolomeo, Mariotto Albertinelli e Piero di Cosimo, ma anche dalle opere eseguite a Siena dal Signorelli, dal Pinturicchio e dal Perugino, nonché dal luminismo leonardesco introdotto a Siena dal Sodoma. La sua prima opera documentata è il Trittico della Trinità del 1513 per lo Spedale di Santa Maria della Scala (oggi alla Pinacoteca Nazionale di Siena), successivo a un primo viaggio a Roma da porsi intorno al 1508. Allo stesso periodo risalgono le Stigmate di Santa Caterina (1514-15; Siena, Pinacoteca), il San Paolo in cattedra (1516-17; Siena, Museo dell'Opera del Duomo) e gli affreschi condotti accanto al Sodoma e al Pacchia per l'Oratorio di S. Bernardino (1518). Dopo un secondo viaggio a Roma, probabilmente intorno al 1519, la conoscenza della volta della Sistina di Michelangelo ma soprattutto delle imprese di Raffaello, le Stanze e le Logge Vaticane, i cartoni per gli arazzi e la loggia della Farnesina, apporta significativi sviluppi nella sua pittura che rivela un nuovo modo di trattare il colore e di impostare la narrazione pittorica. Tra le opere principali della maturità ricordiamo la Natività per la chiesa di San Martino a Siena (ca. 1522), le due tavole raffiguranti la Cacciata degli Angeli ribelli (ca. 1524, Siena, Pinacoteca; 1528, Siena, chiesa di San Niccolò al Carmine) e la Natività della Vergine (1530; Siena, Pinacoteca); al terzo decennio del sec. XVI risalgono anche gli incarichi per gli affreschi con episodi di storia antica per le volte del salone del Palazzo Bindi Sergardi e della Sala del Concistoro nel Palazzo Pubblico. Importanti infine i suoi diversi interventi nel Duomo senese che iniziano nel 1519 con i primi cartoni per la decorazione del pavimento e proseguono nel 1535 con la decorazione ad affresco dell'abside, purtroppo molto rovinata; all'artista spettano anche gli otto Angeli bronzei addossati ai pilastri della navata centrale vicino all'altar maggiore eseguiti negli ultimi anni di vita.

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