Blasco Ibáñez, Vicente

romanziere spagnolo (Valenza 1867-Mentone 1928). Può essere considerato l'ultimo rappresentante di rilievo della scuola naturalista. Anarchico e repubblicano, autore di violenti articoli contro Alfonso XIII, fu più volte processato e incarcerato; concluse in esilio un'esistenza agitata e avventurosa, intensa e vagabonda. Narrò i suoi viaggi nell'autobiografico La vuelta al mundo de un novelista (1927, 3 vol.; Il giro del mondo di un romanziere). Scrittore superficiale e disordinato, ha lasciato una vastissima produzione letteraria, più nota all'estero che in Spagna, dove tuttavia fu popolarissimo, che in gran parte ha perduto ogni valore. Presentano ancora interesse i romanzi ispirati a tipi e paesaggi della sua terra valenzana: Flor de mayo (1895; Fiore di maggio), sui pescatori; La barraca (1898; La capanna), sul mondo contadino nei dintorni di Valenza; Cañas y barro (1902; Palude tragica), sulla lotta per la vita dei pescatori della costa mediterranea; Arroz y tartana (1924; Riso e barroccio), sui piccoli borghesi. Di Blasco Ibáñez sono ancora degni di attenzione anche i romanzi che si riferiscono a situazioni sociali particolari, La horda (1905; L'orda), sui bassifondi di Madrid; Sangre y arena (1908; Sangue e arena), sulla vita dei toreri, famoso per vari adattamenti cinematografici. Il maggior successo di Blasco Ibáñez fu Los cuatro jinetes del Apocalipsis (1916; I quattro cavalieri dell'Apocalisse), scritto a Parigi e ispirato alla prima guerra mondiale.

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