Calder, Alexander

scultore statunitense (Lawnton, Pennsylvania, 1898-New York 1976). Studiò ingegneria e fece diversi mestieri, tra cui il taglialegna. A Parigi dal 1926, vi eseguì le prime sculture in fili di ferro; nel 1932 aderì al gruppo Abstraction-Création e realizzò i primi esempi di sculture che acquistano movimento mediante un piccolo motore azionato dallo spettatore. Da queste esperienze prendono l'avvio poi i famosi mobiles , per i quali egli utilizza materiali industriali, lamiere, profilati, tondini e tubi metallici, in genere colorati: ne derivano congegni fantastici, sculture sospese nell'aria, sensibili e vibranti in tutta la loro struttura con effetti anche sonori. Si ha così l'assimilazione del “mobile” a un fenomeno naturale di morfologia arborea, con rami e foglie mosse dal vento. Accanto ai mobiles l'artista, con pari originalità, ha creato anche gli stabiles, sculture astratte costruite con i medesimi materiali i quali, a un lievissimo urto, si animano d'un movimento oscillante che si propaga via via a tutta la struttura . Un imponente “mobile” è stato collocato nel 1958 all'ingresso della sede dell'UNESCO a Parigi, mentre un grande “stabile” figura nella piazza della stazione a Spoleto. Numerose sono state le retrospettive tenutesi negli USA e in Europa dopo la scomparsa dell'artista. Tra queste si ricorda “Il mondo privato di A. Calder”, allestita a New York nel 1990, la cui originalità risiede nell'aver presentato ca. 350 lavori realizzati da Calder come divertissements per parenti e amici.

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