Capracòtta

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comune in provincia di Isernia (46 km), 1421 m s.m., 42,38 km², 1122 ab. (capracottesi), patrono: san Sebastiano (20 gennaio e 13 luglio).

Centro situato su una cresta rocciosa tra i monti Capraro e Campo, sullo spartiacque tra i bacini dei fiumi Sangro e Trigno. Abitato anticamente dai Sanniti (come denota il ritrovamento, nel 1848, di una lamina bronzea con iscrizione osca, oggi conservata al British Museum di Londra), fu feudo in epoca normanna dei Borrello e in quella angioina dei Della Posta. Passò poi ad altri feudatari, l'ultima dei quali, la duchessa Capece Piscicelli, fu costretta all'esilio dopo la caduta della Repubblica Napoletana. § L'abitato, con caratteristiche case in pietra e strade lastricate, fu gravemente danneggiato nell'ultima guerra. Restano tracce di un torrione della cinta muraria; la parrocchiale dell'Assunta conserva un prezioso organo intagliato e dorato del Seicento e la possente torre campanaria (sec. XVI). § L'economia è basata prevalentemente sul turismo. Capracotta è centro di villeggiatura estiva, escursionismo e sport invernali (pista per lo sci di fondo e impianti di risalita), con notevole ricettività. All'allevamento bovino, ovino e caprino è legata la produzione casearia. § In località Prato Gentile si svolge ad agosto la popolare Sagra della “Pezzata”, pecora bollita con erbe aromatiche. A poca distanza è il Giardino della Flora Appenninica, con circa 300 specie distribuite in diversi ambienti.

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