Pietrabbondante

Indice

comune in provincia di Isernia (34 km), 1027 m s.m., 27,33 km², 961 ab. (pietrabbondantesi), patrono: san Vincenzo Ferrer (5 agosto).

Generalità

Centro situato sulle pendici del monte Saraceno, contornato da tre spuntoni calcarei (“morge”), alla sinistra del fiume Trigno.

Storia

Fu fondato, in una delle principali aree di colonizzazione sannitica, in epoca longobarda. Capoluogo di contea del Ducato di Benevento, fu feudo dei Borrello ed ebbe in seguito vari signori, tra cui i Carafa, i Cantelmo e, ultimi, i D'Andrea.

Arte

La parrocchiale dell'Assunta fu eretta nel sec. XVII, sui resti di un antico tempio, alla base della “morgia” detta “il Castello” (nell'area sono evidenti anche i resti di una cinta fortificata sannitica del sec. IV a. C., smantellata dai Romani nel 293 a. C.). Si distingue poco dagli edifici che lo affiancano il palazzo baronale (molto alterato), dietro il quale sono i resti della torre dei Marchesani (sec. XVI).

Economia

L'agricoltura, scarsamente esercitata, produce cereali e foraggi per l'allevamento (con produzione di formaggi e salumi tipici); si pratica lo sfruttamento dei boschi (legname e funghi). Rilevante il turismo, attratto dal patrimonio archeologico e naturalistico.

Curiosità e dintorni

In estate si svolge, nel suggestivo spazio del santuario italico, una rinomata rassegna di teatro classico. Il territorio è attraversato dai tratturi Celano-Foggia e Sprondasino-Castel del Giudice.A poca distanza dal paese si trova il sito archeologico di Calcatello. Il complesso, che rappresenta un rilevante esempio di architettura sannitica, comprende, nel suo nucleo principale, due templi e un teatro. Del primo tempio, che risale agli inizi del sec. II a. C., resta il podio. Accanto si trovano i resti, perfettamente allineati, di un tempio più grande (il podio, due are, un muro in opera poligonale) e del teatro, costruiti a cavallo dei sec. II e I a. C. sull'area di un precedente santuario ionico (distrutto da Annibale nel 217 a. C.). Il teatro, di tipo ellenistico, presenta una cavea ben conservata, con tre file di sedili con schienale sagomato. In località Troccola sorge una necropoli con sepolture databili tra i sec. V e III a. C.

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