Castelli, Alfio

scultore italiano (Senigallia 1917). Dopo una formazione di tipo artistico (si diploma all'Accademia di belle arti di Roma), sin dalla prima personale, tenuta a Roma nel 1940, dimostra interesse per il lavoro di M. Marini e G. Manzù e per una ricerca che allontana la sua scultura dalla figuratività, e che le fa assumere inflessioni talvolta ironiche e caricaturali (Ritratto di Pippo Rizzo, Galleria nazionale d'arte moderna, Roma). A partire dai due gruppi Amanti e Nudi, il suo linguaggio si caratterizza indiscutibilmente per suture, spugnosità, granulazioni che sembrano sminuire e quasi scorporare le figure, le quali, per via delle modulazioni date dalla luce, potrebbero essere definite espressioniste. Da questo momento in poi il distacco dalla figuratività diventa categorico. Partecipa a numerose edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma e acquisisce fama internazionale.

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