Cattàneo, Carlo

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storico, patriota e uomo politico italiano (Milano 1801-Castagnola di Lugano 1869). Allievo di G. D. Romagnosi, laureatosi in giurisprudenza nel 1824, incominciò nel 1828 a collaborare agli Annali universali di statistica e agli Annali di giurisprudenza pratica in cui nel 1837 pubblicò le “Ricerche economiche sulle interdizioni imposte dalla legge civile agli Israeliti” che ebbero allora vasta eco anche fuori d'Italia e che sono tuttora un modello di studio socio-economico. Nel 1839 uscì il primo numero della sua rivista Il Politecnico, col sottotitolo “Repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e coltura sociale”, in cui fino al 1844 comparvero tutti i suoi scritti, che toccavano svariatissime discipline: letteratura, economia, storia, tecniche agricole e industriali, politica, ecc., fra loro intimamente connesse. Nel 1844 apparve il primo vol. delle Notizie naturali e civili su la Lombardia cui era premesso un saggio storico di notevole importanza. Pur partecipando attivamente in quegli anni alla vita pubblica cittadina, nell'Istituto Lombardo, nella Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri e in altre istituzioni civiche, Cattaneo non ebbe una parte politica di grande rilievo; pensava, senza ottenere largo seguito, che si dovesse favorire la trasformazione dell'impero asburgico in una federazione di Stati comprendente il Lombardo-Veneto e che questo avrebbe dovuto staccarsene per partecipare a una federazione di Stati italiani. Tuttavia, quando scoppiò l'insurrezione del marzo 1848 (Cinque giornate di Milano), Cattaneo non solo aderì incondizionatamente, ma si trovò a esserne la guida prima militare, a capo del Consiglio di guerra, e poi politica come rappresentante a Parigi quando gli Austriaci rientrarono a Milano: quello stesso anno si ritirò in Svizzera alla Castagnola presso Lugano, dove rimase fino al 1859 e dove svolse anche funzioni di consigliere per il governo del canton Ticino in materia di pubblica istruzione (per opera sua fu istituito il Liceo Cantonale in cui insegnò lui stesso) e di trasporti; ivi pubblicò anche (1849) il saggio Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra, di cui era già uscita una redazione in francese, e, tra il 1851 e il 1855, i 3 vol. dell'Archivio Triennale delle cose d'Italia dall'avvenimento di Pio IX all'abbandono di Venezia, una fondamentale raccolta critica di documenti storici. Tornato a Milano nel 1859, riportò in vita Il Politecnico, che diresse fino al 1865; eletto deputato nel 1860, rinunciò alla carica e accettò invece l'invito di Garibaldi a studiare la questione delle strade ferrate meridionali; rieletto nel 1867, pur accettando l'elezione non prese mai parte ai lavori della Camera per non dovere giurare fedeltà alla monarchia. § In campo filosofico Cattaneo, sulle orme del Romagnosi, svolse in senso positivistico l'esigenza vichiana di un accertamento del vero nel fatto. La filosofia deve assumere dalle scienze sia il metodo sia i fatti, giungendo a una sintesi dei risultati delle altre scienze “per collocare nella trama della realtà l'uomo verso il quale viene fatto convergere il tutto”. L'uomo che Cattaneo pone così al centro della sua indagine è l'uomo nella sua dimensione politico-sociale, per cui egli mostrò grande interesse a una filosofia civile, volta a comprendere oltre che l'universo fisico “il mondo delle genti, l'ordine dell'umanità, la vita degli Stati” e per una “psicologia delle menti associate” il cui oggetto e i cui compiti sono pressappoco quelli attribuiti alla sociologia. In questo campo le sue opere più significative sono: Un invito alli amatori della filosofia (1857), Psicologia delle menti associate (1859-66).

G. Salvemini, Introduzione alle più belle pagine di Carlo Cattaneo, Milano, 1922; M. Colucci, Carlo Cattaneo, Roma, 1964; G. Armani, Notizie su Carlo Cattaneo, Roma, 1987.

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