Comparétti, Doménico

filologo italiano (Roma 1835-Firenze 1927). Docente di letteratura greca nelle università di Pisa, di Firenze e di Roma, lasciò l'insegnamento per dedicarsi a ricerche storico-filologiche. È considerato, insieme ad A. D'Ancona, P. Rajna, R. Renier, il rinnovatore della critica italiana. La sua opera più importante è Virgilio nel Medioevo (2 vol., 1872) dove, partendo dall'esame critico delle leggende medievali su Virgilio, ha delineato un accurato quadro della cultura occidentale da Augusto a Dante. Vari furono i campi delle sue indagini, dalla mitologia classica (Edipo e la mitologia comparata, 1867), alle leggende e tradizioni popolari (Ricerche intorno al libro di Sindabâd, 1869; Le novelle popolari illustrate, 1875; Il Kalevala e la poesia tradizionale dei Finni, 1891), ai papiri di Ercolano (Papiro ercolanense inedito, 1875), alle epigrafi greche dell'Italia meridionale e a quelle di Creta (Tabelle testamentarie e altre iscrizioni greche, 1915; Leggi antiche della città di Gortyna in Creta, 1885), alle laminette orfiche (1910).

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